(ats) Nulla da fare: riesaminando le modifiche apportate alla legge Covid-19 a livello di divergenze, il Consiglio degli Stati ha ribadito di voler prolungare (25 voti a 16) gli aiuti alla cultura, settore che soffre particolarmente delle restrizioni dovute al coronavirus, solo fino al 31 dicembre 2021, e non fino al 30 aprile 2022 come vuole il Consiglio nazionale.

I "senatori" hanno poi mantenuto - 25 voti a 16 - un'altra divergenza col Nazionale poiché vogliono "liberare" dalle restrizioni di accesso alle manifestazioni, stabilite dalla Confederazione o dai Cantoni, tutti coloro in possesso di un certificato sanitario (certificato di vaccinazione oppure test PCR o di avvenuta guarigione).

Per la sinistra si tratta di un'aggiunta inutile alla legge che restringe eccessivamente il margine di manovra del governo, qualora quest'ultimo fosse obbligato a reintrodurre restrizioni a causa di un acuirsi della pandemia. Oltre a ciò, l'esecutivo deciderà la settimana prossima su ulteriori allentamenti, rendendo probabilmente questa aggiunta alla legge già superata.

In merito alla cultura, la destra - con eccezioni come Olivier Français (PLR/VD) - non ha voluto privilegiare questo settore rispetto ad altri che hanno anche problemi di programmazione (vedi i centri fitness). La sinistra, invece, ha sostenuto che questo settore deve poter pianificare con molti mesi d'anticipo, ciò che diventa difficile con la pandemia in corso, ed è quindi necessario prorogare gli aiuti fino alla primavera dell'anno prossimo, aiuti che non è detto che verranno richiesti.

Per quanto attiene agli aspetti centrali della revisione, i due rami del Parlamento hanno già stabilito di voler prorogare fino al 31 dicembre di quest'anno l'indennità di perdita di guadagno e di abrogare il limite massimo - 115 milioni di franchi - fissato per i contributi a fondo perso a favore dello sport di squadra. Il dossier ritorna al Consiglio nazionale.