La decisione odierna era scontata: la Camera del popolo ha sempre difeso questa versione, mentre gli Stati volevano l'8% almeno. Su un altro aspetto controverso del progetto il Nazionale ha dovuto cedere agli Stati, decidendo di non iscrivere nella legge limiti all'offerta online della SSR (già nella concessione).
I due rami del Parlamento si sono già messi d'accordo per quanto riguarda il sostegno ai giornali con riduzioni sulla spedizione: 7 anni, come stabilito dalla Camera dei cantoni, invece di 5 anni come voleva il Nazionale e dei 10 anni del Consiglio federale. Per i media online tale periodo è stato fissato a 4 anni.
La questione dell'offerta online della SSR ha a lungo occupato i due rami del parlamento. Al Nazionale diversi oratori - UDC e PLR - scontenti per il fatto che non siano stati iscritte nella legge le restrizioni già presenti nella concessione, hanno minacciato il referendum. Essi temono una distorsione della concorrenza da parte della SSR a scapito dei privati.
Favorire transizione al digitale
Nel corso dei dibattiti, il sostegno ai media è stato giudicato necessario a causa dell'importanza che essi occupano in democrazia, specie in un Paese come la Svizzera che conosce un ampio uso degli strumenti di partecipazione diretta alla politica.
Oltre a dover far fronte all'avanzata dei media online e delle mutate abitudini di consumo di notizie da parte della popolazione, il settore è confrontato con le ripercussioni negative della pandemia che hanno avuto un impatto tremendo sulle entrate pubblicitarie, già in calo da anni a causa dell'attrattiva esercitata dai grandi player, come Facebook o Google.
Vista anche la facilità con la quale si diffondono le "bufale" nell'etere o sul web, un stampa di qualità contribuisce a preservare la fiducia del pubblico evitando nel contempo un impoverimento dell'offerta, sempre più concentrata in poche mani.
120 milioni alla stampa, 30 all'online
Ciò spiega l'incremento dei mezzi finanziari messi a disposizione del settore. Per i media online, il parlamento ha previsto 30 milioni di franchi di contributi federali, mentre altri 120 milioni sono destinati al finanziamento indiretto della stampa mediante tariffe di favore per la spedizione.
Per quanto attiene ai media elettronici, il Parlamento ha deciso di fissare al 60% del giro d'affari la percentuale massima del contributo. Una minoranza di sinistra avrebbe voluto l'80%. La Confederazione potrà sostenere finanziariamente istituti che propongono in modo continuativo offerte di formazione e formazione continua a orientamento pratico per chi opera nelle redazioni dei media elettronici. I diplomi rilasciati da questi istituti devono essere riconosciuti dal settore.
Per quanto riguarda gli aiuti indiretti alla stampa sono previsti 80 milioni, di cui 30 milioni destinati alla stampa associativa e delle fondazioni e 50 milioni a giornali e periodici in abbonamento. A tale somma si aggiungono 40 milioni per la distribuzione mattutina di domenica di settimanali e quotidiani (totale globale: 120 milioni)
Sostegno alle agenzie
Il plenum ha anche deciso di fissare in maniera più precisa le prestazioni delle agenzie di stampa di respiro nazionale che hanno diritto a un sostegno finanziario. Si tratta di garantire un'offerta equivalente in tedesco, francese e italiano e di vietare la distribuzione di dividendi durante il periodo dell'attribuzione del sostegno finanziario.
I deputati non hanno invece voluto che la Confederazione sostenga finanziariamente l'attuazione di buoni media destinati ai giovani. Se l'idea è allettante, i dettagli di questa proposta dell'ultimo momento sono ancora troppo vaghi, hanno sottolineato vari oratori, in particolare per quanto riguarda la questione del finanziamento.