(ats) È necessaria una soluzione transitoria, fino al 2030, che permetta di garantire la promozione delle energie rinnovabili oltre la data di scadenza fissata per fine 2022, senza aspettare la revisione della legge sull'energia. Il Consiglio nazionale ha approvato oggi - con 187 voti contro 3 e 3 astenuti - una modifica legislativa in materia, che prevede contributi d'investimento per tutti i tipi di impianti, nonché quelli a biomassa, mentre le grandi centrali idroelettriche riceveranno un sostegno supplementare. Il dossier passa agli Stati.

Con questa modifica della Legge federale sull'energia (LEne) si vuole proseguire nella promozione delle energie rinnovabili, che finora sono state sostenute principalmente mediante la cosiddetta rimunerazione per l'immissione di elettricità (RIC).

Attualmente, gli impianti eolici, fotovoltaici, geotermici, a biogas e le piccole centrali idroelettriche sono sostenuti fino a dicembre 2022. Tuttavia, la revisione della legge sull'energia è ancora in fase di elaborazione. Per evitare che tra 18 mesi vengano a mancare gli strumenti di promozione, il progetto - che concretizza un'iniziativa parlamentare di Bastien Girod (Verdi/ZH) - vuole colmare le lacune che rischiano di crearsi fra le scadenze.

C'è il rischio di pregiudicare la sicurezza degli investimenti nelle energie rinnovabili, poiché l'attuazione della revisione proposta dal governo potrebbe richiedere ancora molto tempo, ha spiegato Roger Nordmann (PS/VD), a nome della commissione, precisando che la soluzione transitoria - nell'attesa dell'entrata in vigore della legge "mantello" - è pensata fino al 2030.

Per i grandi impianti fotovoltaici i contributi di promozione saranno aggiudicati mediante aste. Quelli a biomassa, oltre al contribuito d'investimento, potranno beneficiare anche di un contributo d'esercizio.

L'obiettivo è che anche i nuovi impianti eolici, piccoli impianti idroelettrici, impianti di biogas, impianti geotermici e impianti fotovoltaici con una potenza di almeno 100 chilowatt ricevano, a condizioni ben definite, una rimunerazione unica (RIC), simile a quella che ottengono - tra gli altri - i piccoli impianti idroelettrici considerevolmente ampliati o rinnovati con una potenza di almeno 300 chilowatt o i nuovi impianti di incenerimento dei rifiuti, ha detto dal canto suo Susanne Vincenz-Stauffacher (PLR/SG), a nome della commissione.

Bisogna garantire l'approvvigionamento

Sul tema si è espresso pure lo stesso Girod, il quale ha chiarito che "attualmente non è stato previsto nulla per garantire che non vi siano lacune nella promozione della produzione di elettricità da energie rinnovabili. Per questo si è resa necessaria l'iniziativa parlamentare". Ciò dovrebbe inoltre consentire di aumentare entro il 2030 di 11 terawattora (TWh) all'anno la produzione di elettricità da fonti rinnovabili, in particolare dal fotovoltaico.

Secondo Simonetta Sommaruga, a capo del Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC), "le energie rinnovabili hanno davvero bisogno di un'ulteriore spinta. Bisogna essere rapidi e garantire l'approvvigionamento - anche alla luce della situazione attuale con l'Ue - e la stabilità della rete, allontanandoci anche dai combustibili fossili".

Tuttavia, a detta della consigliera federale, il periodo della soluzione transitoria - fino al 2030 - è troppo esteso. Se la nuova revisione annunciata lo scorso novembre dall'Esecutivo dovesse concretizzarsi in breve tempo, gli investitori (che ora necessitano di avere prospettive per i prossimi anni) potrebbero ritrovarsi un cambio di regime dopo pochi anni.

Pensare che la revisione annunciata dal Consiglio federale arrivi in tempo è tuttavia "illusorio", ha ribattuto Vincenz-Stauffacher.

Due blocchi di discussione

La Camera del popolo ha approvato un primo blocco - legato alle misure per promuovere le nuove energie rinnovabili - riguardante in particolare i contributi d'investimento per impianti fotovoltaici, le aste per la rimunerazione unica (alle quali ha cercato di opporsi, invano, una minoranza formata attorno a Stefan Müller-Altermatt (centro/SO), nonché il contributo d'investimento per impianti eolici - che ammonta al massimo al 60% dei costi d'investimento computabili - e il contributo alle spese d'esercizio per impianti a biomassa.

Nel secondo blocco sono invece stati trattati più a fondo gli impianti idroelettrici: sarà ad esempio possibile godere di un contributo d'investimento per la costruzione di nuovi impianti idroelettrici con una potenza di almeno 1 MW, oppure per gli ampliamenti e i rinnovamenti considerevoli di impianti che - in seguito - avranno una potenza di 300 kilowatt (kW). Inoltre, le nuove centrali con una capacità di almeno un MW dovrebbero poter beneficiare di contributi agli investimenti per un massimo del 60% dei costi. Rispetto alla legge in vigore, le risorse a disposizione per i grandi impianti idroelettrici vengono raddoppiate (a 0,2 centesimi/kWh).

Dagli oratori di sinistra è emersa la necessità di trovare un equilibrio fra lo sfruttamento dell'idroelettrico e la salvaguardia dell'ambiente. Sul tema è intervenuta anche Sommaruga: "Sono responsabile, dell'energia e dell'ambiente e ci sono punti contrastanti", ha detto il capo del DATEC, insistendo sul bisogno di trovare soluzioni che ottengano il consenso dalle due parti. La Camera ha approvato tutte le proposte della maggioranza della sua commissione.

Il finanziamento di questi strumenti di promozione avverrà ancora attraverso il supplemento di rete, il cui ammontare rimarrà immutato a 2,3 centesimi/kWh.