(ats) L'Archivio Gosteli, dove sono custoditi documenti sulla storia del movimento femminista svizzero, è ormai salvo, e gli inviti alla Confederazione di sostenerlo oramai inutili. Con questa motivazione, oggi il Consiglio degli Stati ha archiviato una mozione del Nazionale che chiedeva un intervento urgente delle autorità federali.

La collezione, considerata oggi un centro di ricerca di importanza nazionale, riceverà dalla Confederazione 2,2 milioni di franchi per quattro anni, ha ricordato in aula il consigliere federale Guy Parmelin.

L'Archivio e l'omonima fondazione devono la loro esistenza all'attivista bernese Marthe Gosteli. Per oltre trent'anni, ha guidato la lotta per il diritto di voto delle donne in Svizzera e ha concentrato la sua attenzione - anche tramite le sue raccolte, sulla conservazione della storia delle donne svizzere.

Grazie a questo sostegno, gli archivi del movimento delle donne potranno espandersi ed entrare nell'era digitale. La Fondazione potrà inoltre rafforzare la collaborazione con ricercatori e università.

L'Archivio Gosteli contiene 750 metri lineari di documenti accessibili al pubblico e a scopo di ricerca. Sono archivi di associazioni femminili e di persone e sono stati finora finanziati privatamente. Tra il 2014 e il 2017 sono stati consultati da circa 130 persone.

La femminista Marthe Gosteli ha fondato l'archivio nel 1982 a Worblaufen (BE). La pioniera dell'uguaglianza di genere è morta nell'aprile del 2017, nel suo centesimo anno di vita.