(ats) Automobili, capi d'abbigliamento e altri articoli importati potrebbero presto costare di meno in Svizzera. Seguendo il Consiglio degli Stati, oggi anche il Nazionale ha approvato - con 106 voti a 75 e 15 astensioni - l'abolizione dei dazi doganali sui prodotti industriali, dopo che nel giugno del 2020 aveva respinto l'entrata in materia.

Attualmente i prezzi praticati in Svizzera sono in media del 30% superiori a quelli dei nostri vicini. Per contrastare il fenomeno dei prezzi alti, il governo ha proposto la soppressione unilaterale di tutti i dazi industriali, seguendo l'esempio di altri Paesi come l'Islanda, il Canada, la Nuova Zelanda e la Norvegia.

Oltre alla riduzione dei prezzi per imprese e consumatori, la riforma, effettuata tramite una revisione della Legge sulla tariffa delle dogane, mira a ridurre l'onere burocratico per le aziende, ha ricordato in entrata a nome della commissione preparatoria Jürg Grossen (PVL/BE).

La sinistra sosteneva la non entrata in materia. Jacqueline Badran (PS/ZH) ha fatto notare che l'80% dei beni importati non sono soggetti a dazi. Il governo ha parlato di una riduzione dei prezzi dello 0,1%, i consumatori non ne avranno dunque alcun vantaggio, ha poi rilevato. "Perderemmo inoltre la protezione di settori innovativi, come ad esempio quello delle biciclette, in pieno boom."

Regula Rytz (Verdi/BE) ha messo in guardia contro le mancate entrate: circa 560 milioni all'anno, proprio in un momento difficile e proposto, senza successo, un rinvio del progetto al Consiglio federale affinché rivedesse il testo in modo da renderlo in linea con gli obiettivi di protezione del clima.

Sull'altro fronte Petra Gössi (PLR/SZ) ha ricordato che il progetto mira a lottare contro l'"isola dei prezzi elevati". La diminuzione è complessivamente dello 0,1%, ha ammesso, rilevando però che per alcuni settori sarà maggiore. "Questo aumenterà la nostra concorrenzialità." Per Magdalena Martullo-Blocher (UDC/GR) si tratta di introdurre una misura a favore degli importatori ma anche per il consumo. "Possiamo semplificare la vita alle piccole e medie imprese", ha dichiarato.

L'Alleanza del Centro ha proposto di procedere in due fasi, con un'abolizione dapprima dei dazi sulle materie prime industriali e sui semilavorati. I rimanenti in seguito, ma solo se le finanze federali lo permetteranno, ha spiegato Leo Müller (LU). La sua proposta è stata bocciata di misura, con 98 voti a 97 e 2 astensioni.

Il presidente della Confederazione, Guy Parmelin, ha snocciolato i vantaggi che questa misura dovrebbe generare: migliori condizioni quadro per le aziende, meno costi amministrativi per i vari settori, effetto positivo su tutta l'economia svizzera, che potrebbe investire di più e creare posti di lavoro, e infine vantaggi per i consumatori.

"Vi posso garantire che la situazione attuale del bilancio della Confederazione permette di abolire questi dazi", ha poi aggiunto. "Non ho tendenze suicide", ha infine concluso il ministro dell'economia, garantendo che il Consiglio federale non ha alcuna intenzione di abolire in futuro anche i dazi agricoli.

Il dossier è pronto per le votazioni finali.