Una mozione di Werner Salzmann (UDC/BE), già accolta dal Nazionale, che domandava di rinunciare alla cessione per motivi di sicurezza e per preservare posti di lavoro, è stata respinta per 21 voti a 16 e 4 astensioni.
In precedenza, per 19 voti a 18 e 4 astensioni, il plenum aveva bocciato una mozione di commissione che chiedeva al governo di prediligere, a parità di condizioni, acquirenti svizzeri strategici, qualora l'esecutivo decida di separarsi comunque da questa azienda con sede a Thun (BE), considerata tra le aziende leader nella produzione di munizioni di piccolo calibro.
A tale proposito, il governo si è detto disposto a considerare questo desiderio della commissione. Per quanto riguarda la rinuncia alla vendita di Ruag Ammotec, come chiede la mozione Salzmann, il consigliere federale Ueli Maurer ha sostenuto di non temere un'emorragia di posti di lavoro dalla sede di Thun, dal momento che si tratta di un sito produttivo altamente qualificato per il quale ci sono degli investitori interessati.
In merito al rischio per la sicurezza dovuto ad eventuali difficoltà di approvvigionamento per l'esercito e le polizie cantonali, il ministro delle finanze ha fatto notare di non intravvedere un simile problema, anche perché è sempre possibile costituire delle scorte. Ruag Ammotec non rifornisce principalmente l'esercito. I bisogni delle forze armate svizzere potrebbero essere assicurati, a suo avviso, con un contratto di prestazione.
Inoltre, qualora anche Ruag Ammotec dovesse rimanere in mano alla Confederazione, eventuali difficoltà di approvvigionamento non possono essere escluse del tutto: l'80% delle materie prime per le produzione di munizioni è infatti importato dall'estero, ha fatto notare il ministro democentrista.
Col voto negativo odierno, il Consiglio degli Stati mette fine al dibattito attorno alla vendita di Ruag Ammotec. La decisione del plenum non è proprio una sorpresa, dal momento che la commissione preparatoria aveva raccomandato l'adozione della mozione solo grazie al voto preponderante del suo presidente, lo stesso Salzmann.
Il dossier era già stato affrontato in giugno nel plenum. Allora gli Stati, seppur d'accordo con la cessione diversamente dal Nazionale, avevano però deciso di rinviare in commissione la mozione per ulteriori approfondimenti, specie in merito allo scorporo dei dati di RUAG Ammotec. Lo scopo? Preservare la sicurezza e l'indipendenza delle informazioni di quest'ultima.
Dopo aver ottenuto rassicurazioni che tale lavoro era stato eseguito, la commissione aveva ripreso in mano l'argomento, pronunciandosi tuttavia a favore della mozione. La maggioranza riteneva infatti importante conservare un sito di produzione nazionale di munizioni di piccolo calibro per garantire la sicurezza di approvvigionamento dell'esercito e delle polizie svizzere, ma anche per preservare a lungo termine i posti di lavoro che ciò rappresenta.
Oggi in aula, pur non contestando l'importanza del mantenimento della sede di Thun, la minoranza della commissione ha giudicato invece essenziale proseguire il processo di scorporo di RUAG MRO Svizzera e RUAG International, processo di cui la vendita di RUAG Ammotec costituisce a suo avviso un passo essenziale. Al voto, l'hanno spuntata i promotori della vendita.