Una minoranza, che avrebbe voluto rimanere allo status quo, ha sostenuto che l'abolizione del valore locativo rafforzerà i privilegi di cui godono i proprietari, soprattutto di quelli che non hanno più debiti e che negli ultimi anni hanno visto aumentare enormemente il valore dei rispettivi immobili, a scapito dei locatari.
Oltre a ciò, hanno messo in guardia Christian Levrat (PS/FR) e Paul Rechsteiner (PS/SG), i Cantoni - 21 su 26 - sono contrari a questa riforma, che li priva di importanti entrate fiscali. A detta dei due "senatori", il progetto della commissione, risultato di un parto lungo e doloroso, è talmente raffazzonato che verrà probabilmente respinto alle urne, come già accaduto in passato, sempre che arrivi davanti al popolo. Insomma, meglio interrompere qui l'esercizio: contro la volontà della maggioranza dei Cantoni non avrebbe alcuna possibilità di spuntarla davanti agli elettori.
Per la maggioranza, invece, il valore locativo rappresenta un relitto del passato la cui esistenza è all'origine dell'eccessivo indebitamento degli Svizzeri - tra i più elevati al mondo secondo il ministro delle finanze Ueli Maurer - un fenomeno che rischia di mettere in pericolo la stabilità finanziaria ed economica del Paese, qualora i tassi d'interesse dovessero risalire.
Tassando un reddito fittizio derivante dal vivere in casa propria, i proprietari non vengono senz'altro sollecitati a ripianare l'ipoteca: e quando lo fanno, vengono penalizzati poiché non possono più dedurre dalle imposte gli interessi passivi, mentre il valore locativo rimane.
Un simile prelievo, inoltre, è un unicum: esiste solo in Svizzera, ha affermato Brigitte Häberli-Koller (Centro/TG) e contraddice inoltre la Costituzione federale in cui viene incoraggiata la proprietà delle proprie quattro mura.