La revisione del regolamento Ue si propone, in particolare, di colmare le lacune esistenti e fornire a Frontex personale e mezzi sufficienti per svolgere più efficacemente i suoi compiti nel quadro della gestione delle frontiere e dei rimpatri.
Inoltre, viene rafforzato il mandato per sostenere gli Stati Schengen nell'ambito dei rimpatri e della cooperazione con i Paesi terzi. L'ampliamento di Frontex mira allo stesso tempo a migliorare ulteriormente la lotta contro la criminalità transfrontaliera e la migrazione illegale alle frontiere esterne, secondo il messaggio del Consiglio federale.
Per garantire il personale necessario, tra il 2021 e il 2027 Frontex dovrebbe costituire un corpo permanente comprendente fino a 10 mila membri al massimo. Già oggi la Svizzera partecipa agli interventi di Frontex con i propri esperti. Entro il 2027 dovrà presumibilmente svolgere al massimo 16 interventi della durata di due anni e fino a 59 di quattro mesi ciascuno. Pertanto, Berna dovrebbe mettere a disposizione al massimo 39 esperti all'anno.
La Confederazione, a detta del messaggio governativo, continuerà a contribuire proporzionalmente al bilancio di Frontex. Stando ai calcoli più recenti (estate 2020), tali contributi subiranno una crescita graduale fino ad attestarsi nel 2024 tra i 36 e i 68 milioni di franchi.
Da notare che durante le discussioni una minoranza rosso-verde, appoggiata anche dai Verdi liberali, avrebbe voluto che la Svizzera ammettesse fino a 4000 rifugiati nel quadro del programma di reinsediamento. "Un'alleanza di città, tra cui Zurigo, Basilea, San Gallo e Delémont, è d'accordo di ospitarli", ha detto Priska Seiler Graf (PS/ZH).
"Una tale misura non ha spazio in questo progetto che tratta di politica di sicurezza, non di asilo", ha replicato Alois Gmür (Centro/SZ) a nome della nome della commissione. "Un aumento della quota di rifugiati andrebbe prima discusso con i cantoni", ha aggiunto Maja Riniker (PLR/AG). Al voto la proposta è stata bocciata con 106 voti a 86.