(ats) Per evitare di fare concorrenza ai ristoratori, le associazioni sportive e culturali senza scopo di lucro gestite a titolo onorifico, nonché le istituzioni di utilità pubblica, vanno esentate dal pagamento dell'Iva fino a un fatturato di 200 mila franchi, e non 300 mila come propone il Consiglio degli Stati.

È quanto ha ribadito oggi il Consiglio nazionale che ha respinto una proposta di minoranza per 106 voti a 78 che chiedeva di innalzare ulteriormente la soglia di esenzione, al momento posta a 150 mila franchi, dai 200 mila del progetto in discussione a 300 mila come stabilito dai "senatori".

Il disegno di legge del Nazionale concretizza un'iniziativa parlamentare di Olivier Feller (PLR/VD), il quale oggi in aula ha perorato la causa degli Stati, sostenendo che i timori legati alla concorrenza sono esagerati, visto che si tratta pur sempre di piccole società - soprattutto sportive - che gestiscono tutt'al più una buvette. Quanto ai mancati introiti, circa 3 milioni con la versione degli Stati al posto di un milione per quella del Nazionale, si tratta di bruscolini a confronto del lavoro a livello sociale svolto da questi sodalizi, che si vedrebbero soprattutto esonerati dal un fastidioso lavoro amministrativo derivante dalla compilazione dei moduli per l'Iva.

Stando alla maggioranza del plenum, sostenuto dalla commissione preparatoria e dal ministro delle finanze, Ueli Maurer, l'innalzamento del limite di Iva dagli attuali 150 mila franchi a 300 mila va troppo in là e non è gradito da Gastrosuisse che teme una distorsione della concorrenza a suo sfavore.

Con una soglia simile la maggioranza teme infatti che le società in questione ne approfittino per espandersi ulteriormente, soprattutto a livello di fatturato, anche perché godono già di vantaggi fiscali per una parte delle prestazioni che offrono.

Il dossier ritorna al Consiglio degli Stati