(ats) Il Consiglio degli Stati ha approvato oggi un pacchetto di misure volto a contenere i costi del sistema sanitario. Questo si concentra in particolare sui farmaci generici, molto più cari in Svizzera rispetto all'estero. Il sistema dei prezzi di riferimento, proposto dal Consiglio federale, è però stato bocciato.

L'evoluzione dei costi sanitari è preoccupante; i premi negli ultimi 20 anni sono raddoppiati e incidono pesantemente sul reddito disponibile degli assicurati, ha affermato Marina Carobbio Guscetti (PS/TI) sostenendo la necessità di agire. I generici in Svizzera costano anche più del doppio rispetto agli altri Paesi europei, ha detto il consigliere federale Alain Berset ricordando che un confezione di 100 Irfen costa 12 franchi in Svezia e 34 in Svizzera.

Per sciogliere questo nodo, il governo avrebbe voluto introdurre un sistema di prezzi di riferimento applicabile ai farmaci il cui brevetto è scaduto. Il prezzo sarebbe stato in funzione di quelli praticati all'estero e del volume di mercato del preparato originale.

L'assicurazione obbligatoria avrebbe dovuto rimborsare soltanto questo prezzo. Il nuovo sistema permetterebbe risparmi tra i 300 e i 500 milioni di franchi all'anno, ha ricordato Erich Ettlin (Centro/OW) a nome della commissione.

Un tale sistema potrebbe portare a difficoltà nell'approvvigionamento di farmaci e causare incertezza tra i malati cronici, che dovrebbero cambiare farmaci per motivi finanziari, ha però ritenuto la maggioranza. Seguendo il Nazionale, i "senatori" hanno preferito ridurre i costi sanitari attraverso varie altre misure. Hanno ad esempio tacitamente adottato una mozione per aumentare la quota di farmaci generici. Eliminati anche gli incentivi negativi che spingono i farmacisti a vendere i farmaci più costosi.

Durante il dibattito, gli Stati hanno invece bocciato la possibilità, introdotta dal Nazionale, di concedere agli assicuratori e ai fornitori di prestazioni la facoltà di concordare in qualsiasi momento prezzi o tariffe più economici di quelli fissati nelle convenzioni tariffali o stabiliti dalle autorità. Il risparmio realizzato sarebbe dovuto andare a favore sia degli assicurati (minimo 75%) che degli assicuratori (massimo 25%).

Per i "senatori" tale norma violerebbe, tra l'altro, il divieto di realizzare utili nel settore dell'assicurazione malattia obbligatoria. "È un principio che non va toccato", ha aggiunto il consigliere federale Alain Berset.

Gli Stati hanno poi confermato il diritto di ricorso, proposto dal governo, accordato agli assicuratori per impugnare le pianificazioni ospedaliere dei Cantoni. Il Nazionale vi si è invece opposto.

Il dossier torna al Consiglio nazionale per l'esame delle divergenze.