(ats) Il soldo versato ai militi dell'esercito svizzero andrà aumentato, adeguandolo in futuro regolarmente al rincaro. Dopo il Nazionale, anche il Consiglio degli Stati ha approvato oggi una mozione in tal senso, anche se per pochi voti di scarto (24 a 21).

Al Nazionale, la mozione di David Zuberbühler (UDC/AR) aveva raccolto 117 voti a favore contro 67 e 4 astenuti. L'appenzellese, constatando che l'ultimo adeguamento risaliva al 1987, aveva chiesto di adeguare al potere d'acquisto il soldo versato ai soldati. Da allora, infatti, il prezzo di numerosi prodotti è considerevolmente aumentato, aveva sottolineato Zuberbühler, facendo l'esempio del costo di una birra al bar. Per il futuro, la mozione chiede anche che il Governo ne verifichi periodicamente l'importo.

Tutti argomenti fatti propri oggi dal relatore della commissione, Werner Salzmann (UDC/BE), secondo cui si tratta magari di un gesto simbolico, che testimonia però l'apprezzamento della popolazione per il lavoro svolto dai soldati che si mettono a disposizione del Paese e della sua popolazione.

A nome di una minoranza, pur non volendo sminuire il lavoro svolto dai militi, Hans Wick (PLR/NW) ha sottolineato che il soldo è una reminiscenza storica, che ha senz'altro la sua importanza. Tuttavia, un aumento avrebbe un effetto limitato e comporterebbe notevoli implicazioni in termini di costi per l'esercito, i cantoni e per gli istituti di impiego, giacché andrebbe adeguato anche il soldo di chi presta servizio nella protezione civile e di chi è impiegato nel servizio civile. Wicki ha anche rammentato che i soldati ricevono già da ben 80 anni l'Indennità per perdita di guadagno, una prestazione quest'ultima adattata al costo della vita.

Nel suo intervento, la consigliera federale Viola Amherd ha sottolineato che il soldo ha un valore più simbolico che finanziario: da quando nel 1940 è stata introdotta l'indennità per perdita di guadagno il soldo ha di fatto perso il suo significato intrinseco.

Adeguare il soldo all'evoluzione del potere d'acquisto avrebbe come conseguenza un aumento delle uscite per la Confederazione di circa 13,5 milioni di franchi l'anno, cui si aggiungerebbero i costi per cantoni (1,3 milioni), ha sottolineato Amherd. Stando al Governo, ha sostenuto la ministra della difesa, si tratta di un'uscita sproporzionata tenuto conto che ogni singolo milite riceverebbe appena 2,5 franchi supplementari al giorno, ben poca cosa insomma.

È troppo facile, ha poi aggiunto la consigliera federale vallesana, dimostrare il proprio apprezzamento con 2,5 franchi; meglio allora un bel "grazie" per quanto i soldati, i civilisti e i militi della protezione civile fanno ogni giorno per la popolazione, soprattutto per quanto fatto durante la fase acuta della prima ondata pandemica, quando hanno risposto alla chiamata dell'esercito senza mugugnare, per non parlare di chi si è annunciato spontaneamente.

Al voto, tuttavia, il plenum ha seguito la propria commissione preparatoria, che raccomandava di approvare la mozione (7 voti a 6). Visto il "sì" delle due camere, il Consiglio federale dovrà, obtorto collo, presentare un progetto nel senso desiderato dall'atto parlamentare.

L'ammontare del soldo dipende dal grado. Le reclute, per esempio, ricevono attualmente quattro franchi al giorno, i soldati cinque e i caporali sette.