(ats) Sarà necessaria una Conferenza di conciliazione per eliminare l'ultima divergenza che oppone ancora le due camere in merito alla riforma AVS 21. È invece stato trovato un accordo sulle sulle misure compensatorie destinate alle donne che dovranno andare in pensione un anno più tardi.

Il punto più controverso della riforma AVS 21 resta l'aumento a 65 anni dell'età pensionabile per le donne, anche se tale incremento è già stato adottato dalle Camere nelle scorse sedute: oggi la sinistra ha affermato che contro la riforma sarà lanciato il referendum.

In merito alle misure di compensazione per la generazione transitoria, il Parlamento ha immaginato un supplemento della rendita. Per le prime tre classi d'età, il supplemento sarà progressivamente aumentato come l'età di pensionamento. Le successive due classi d'età riceveranno il supplemento pieno. Per le ultime quattro classi sarà di nuovo ridotto allo scopo di evitare un effetto di soglia alla fine della generazione di transizione.

Il supplemento sarà modulato a seconda del reddito e aumentato per i redditi medio-bassi. Oggi il Nazionale - con 104 voti contro 81 - ha seguito gli Stati che proponevano delle somme leggermente più alte: il supplemento pieno ammonterà così a 160 franchi al mese (il Nazionale proponeva in precedenza 140 franchi) per le donne con un reddito fino a 57'360 franchi, a 100 franchi (90.-) fino a un reddito di 71'700 franchi e a 50 franchi (40.-) con un reddito superiore a 71'700 franchi.

La soluzione proposta dalla Camera dei Cantoni, e come detto adottata oggi anche da quella del Popolo, propone invece una rendita leggermente meno generosa in caso di pensionamento anticipato, ha precisato Philippe Nantermod (PLR/VS) a nome della commissione. In totale, il costo delle due opzioni è simile (640 milioni per quella adottata).

L'unica divergenza ancora rimasta concerne l'eventualità, per il calcolo delle prestazioni complementari, di contabilizzare questi supplementi come reddito, così come proposto dagli Stati. Oggi il Nazionale ha nuovamente ribadito il suo "niet".

Altro elemento "faro" della riforma è l'aumento dell'IVA di 0,4 punti percentuali. L'introito supplementare verrà interamente attribuito al Fondo di compensazione AVS permettendogli così di raggiungere un grado di copertura sufficiente. Questo punto, che sottostà a votazione popolare obbligatoria visto che comporta una modifica della Costituzione, era già stato approvato dalle due Camere in prima lettura.

Non ci sarà invece un finanziamento dell'AVS da parte della Banca nazionale svizzera (BNS): malgrado al Nazionale un'alleanza UDC-sinistra abbia per due volte proposto di versare al Fondo AVS i ricavi della BNS derivanti dagli interessi negativi, pari a circa 1,5-2 miliardi all'anno, gli Stati, che si sono sempre opposti, l'hanno spuntata. Questa parte della riforma è così definitivamente affossata, ha affermato Nantermod.