Il punto più controverso della riforma è l'aumento a 65 anni dell'età pensionabile per le donne, contestato più volte dalla sinistra durante i dibattiti. Per la generazione transitoria, quale misura compensatoria, il Parlamento ha immaginato un supplemento della rendita per le prime nove classi d'età che andranno in pensione dopo l'entrata in vigore della riforma.
L'unica divergenza che ancora opponeva le due Camere concerneva l'eventualità, per il calcolo delle prestazioni complementari, di contabilizzare questi supplementi come reddito. La Conferenza di conciliazione ha su questo punto seguito il Nazionale che non voleva tenerne conto. Al voto, i "senatori" hanno detto "sì" con 31 voti contro 10 e 3 astenuti. Ora tocca alla Camera del popolo votare.
Altro elemento "faro" della riforma è l'aumento dell'IVA di 0,4 punti percentuali. Non ci sarà invece un finanziamento dell'AVS da parte della Banca nazionale svizzera (BNS).
L'ultima parola spetterà al popolo: l'aumento dell'IVA comporta infatti una modifica costituzionale che sottostà a votazione popolare obbligatoria.