(ats) Il Consiglio nazionale non ne vuole sapere dell'iniziativa popolare sull'allevamento intensivo, né del controprogetto diretto del Consiglio federale e neppure della proposta di rinvio in commissione di una minoranza rosso-verde-verde liberale che voleva un controprogetto indiretto. I deputati hanno detto oggi tre volte "no".

Come altre iniziative agricole prima di lei, la proposta oggi - e ieri - in discussione è stata descritta come "estrema" dalla maggioranza borghese della Camera del popolo, che l'ha bocciata con 111 voti contro 60 e 19 astenuti. Non tanto per l'idea di fondo di promuovere il benessere degli animali da reddito, ma piuttosto per i mezzi proposti per realizzarla.

Qualora la proposta di modifica costituzionale venisse accolta alle urne, la Confederazione dovrebbe stabilire i criteri per il ricovero e la cura degli animali, compresi l'accesso all'esterno, la macellazione e il numero massimo per stalla. Anche le importazioni sarebbero sottoposte agli stessi criteri. Si tratterebbe in pratica di conformarsi ai capitolati d'oneri di Bio Suisse in materia di allevamento.

Queste esigenze sono state giudicate decisamente troppo elevate dai liberali-liberali (PLR) e dai molti contadini che hanno preso la parola (sopratutto UDC e Alleanza del Centro). Le conseguenze paventate: prezzi più alti per i consumatori, aumento del turismo degli acquisti e delle importazioni, nonché perdita di posti di lavoro. L'iniziativa andrebbe inoltre a cozzare contro legge sulla pianificazione del territorio: se si limita la capacità delle stalle servirebbero migliaia di nuove costruzioni in zona agricola.

Anche i consumatori e non solo i contadini devono assumersi la responsabilità del benessere degli animali, è stato sottolineato dal PLR. Ad esempio solo la metà della carne di maiale dotata di un label viene venduta come tale a causa di un mercato ancora insufficiente. In molti hanno poi sottolineato come la Svizzera dispone già della legge sulla protezione degli animali più severa al mondo.

Per i Verdi, che hanno chiesto l'accettazione dell'iniziativa, la domanda da porsi non è quanto male fanno i nostri vicini, ma piuttosto come vogliamo allevare i nostri animali. Coscienti che le chance di successo in votazione sono deboli, il PS ha proposto di approvare il controprogetto diretto - a livello costituzionale dunque - del Consiglio federale.

Il fatto che è stato presentato significa che l'esecutivo riconosce la necessità di agire, è stato sottolineato. Migliorando la qualità di vita degli animali, questi diventerebbero più resistenti alle malattie, ne conseguirebbe una riduzione dell'uso di antibiotici. Al voto la controproposta del governo non però ha avuto nessuna chance: è stata affossata con 107 voti contro 81.

Quale "ultima spiaggia", Kilian Baumann (Verdi/BE) ha chiesto di rimandare il tutto alla commissione che sarebbe stata incaricata di controprogetto indiretto, modificando quindi la legge e non la Costituzione. Senza successo: la proposta è stata respinta con 106 voti contro 81. Il suo contenuto era: migliorare il benessere degli animali tenendo conto delle condizioni di produzione locali e della resilienza degli ecosistemi.

Su tale proposta potrebbe tuttavia non essere ancora stata scritta l'ultima parola. I giganti del commercio al dettaglio Coop e Migros, secondo quanto riferito dalla stampa nei giorni scorsi, hanno deciso di sostenere il controprogetto indiretto. Il Consiglio degli Stati, a cui passa ora l'intero dossier, potrebbe quindi ripescare l'idea.