(ats) In futuro, le persone condannate, colpite o meno da un'espulsione, non dovrebbero più poter cambiare nome per evitare l'allontanamento o ottenere una fedina penale immacolata. È quanto chiede una mozione del "senatore" Thomas Minder (Indipendente/SH) che la Camera dei cantoni ha accolto stamane con 28 voti contro 13 e 2 astenuti. Il dossier passa ora al Nazionale.

Stando al consigliere agli Stati, che appartiene al gruppo parlamentare dell'UDC, di recente un uomo condannato per partecipazione all'organizzazione terroristica Stato islamico (IS), contro cui era stata disposta un'espulsione giudiziaria, ha chiesto di cambiare nome (nome e cognome), ottenendo l'avallo dall'autorità.

In casi di questo tipo l'interesse pubblico prevale chiaramente sull'interesse individuale dell'autore del reato, secondo Minder. Se è stata ordinata un'espulsione giudiziaria, non si può nemmeno sostenere la necessità del cambiamento di nome per consentire la risocializzazione nella nostra società.

Tali cambiamenti sono possibili, ha precisato Minder, da quando è entrato in vigore il nuovo diritto in materia di cognome nel 2013. All'epoca era necessario addurre "motivi gravi" per poter cambiare nome. Da allora bastano "motivi degni di rispetto", cosicché i cambiamenti di nome sono stati notevolmente liberalizzati.

Purtroppo da allora, ha proseguito l'autore della mozione, anche rei condannati e persino persone contro cui è stata pronunciata un'espulsione giudiziaria si avvalgono sempre più di questa possibilità per ottenere una fedina pulita.

Interruzione seduta per problemi microfono

Da segnalare che poco dopo l'inizio del dibattito, la seduta del Consiglio degli Stati ha dovuto essere interrotta per circa 20 minuti a causa di un problema all'impianto audio.

La discussione era cominciata, come previsto, poco dopo le 08.15. Ma dopo che Minder aveva motivato la sua mozione davanti al plenum, all'improvviso i microfoni non hanno più funzionato. La "senatrice" Lisa Mazzone (Verdi/GE), che la combatteva, non ha potuto esprimersi subito. Verso le 08.45 il guasto è stato risolto e la discussione ha potuto riprendere.

Ma a nulla sono valsi i tentativi della Verde ginevrina di riconvincere i colleghi a bocciare il testo, perché - a suo avviso - non si può cambiare la legge soltanto per un caso particolare. A larga maggioranza, il plenum l'ha accolto. Anche la ministra della giustizia Karin Keller-Sutter era favorevole.

Il Nazionale, come detto, deve ancora pronunciarsi.