Dal 2013 questi giovani hanno l'opportunità di accedere a una formazione professionale. Le norme esistenti sono però troppo restrittive, ha rilevato Delphine Klopfenstein Broggini (Verdi/GE), ricordando che tra il 2013 e il 2020 solo 61 sans-papiers ne hanno beneficiato in tutta la Svizzera.
La maggior parte di loro era molto motivata durante l'apprendistato. Lasciare i giovani richiedenti asilo o gli immigrati irregolari senza formazione o lavoro per anni non è né nel loro interesse né nell'interesse della società o dell'economia, ha aggiunto. Anche l'Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM) è favorevole a un'estensione delle norme.
Per quanto riguarda i requisiti per un permesso di dimora della durata della formazione professionale di base occorre esaminare in particolare la possibilità di ridurre da cinque a due anni la durata del soggiorno già maturato e di includere anche i giovani che hanno frequentato la scuola dell'obbligo in Svizzera per meno di due anni o non l'hanno frequentata affatto. Dovrebbe inoltre essere esaminata la possibilità di richieste anonimizzate.
L'udc e alcuni membri del PLR si sono opposti. A loro avviso, la mozione potrebbe inviare un segnale sbagliato. Permetterebbe agli apprendisti di rimanere nonostante il rifiuto della loro domanda di asilo, ha affermato Barbara Steinemann (UDC/ZH). Ciò significherebbe aggirare tutte le regole fissate dal Legislativo.
La questione, ricorrente in Parlamento, è stata finora sempre respinta, ha dichiarato la consigliera federale Karin Keller-Sutter. A suo avviso, tale modifica creerebbe una disparità di trattamento rispetto agli altri stranieri che rispettano le regole. Esiste già una soluzione per casi di rigore. Il motivo per cui il numero di domande è così basso, ha aggiunto invano, è che i giovani che vivono da soli in Svizzera sono molto pochi.