(ats) Le indennità per perdita di guadagno (IPG) destinate alle puerpere non saranno innalzate. Col solo voto di scarto del suo presidente Thomas Hefti (PLR/GL), il Consiglio degli Stati ha respinto oggi per 20 voti a 19 una mozione che voleva equiparare le neomamme a chi presta servizio militare.

L'importo massimo della indennità di maternità è attualmente di 196 franchi al giorno, mentre chi presta servizio militare o civile ne riceve 245. La differenza tra i due importi è superiore del 20% a scapito delle madri, ha puntualizzato Brigitte Häberli-Koller (Centro/TG) a nome della commissione.

Si tratta di una discriminazione grossolana e inaccettabile a suo avviso. Bisogna porre fine a una disparità di trattamento che non è più giustificata, ha spiegato la "senatrice" turgoviese. Le prestazioni accessorie a cui hanno diritto le persone in servizio, come gli assegni per i figli o gli assegni per la cura dei bambini, andrebbero concesse anche alle mamme.

Di diverso parere Hannes Germann (UDC/SH) secondo cui il servizio militare non è una scelta, a differenza del desiderio di formare una famiglia. I padri non possono prendersi cura dei figli quando sono lontani da casa. È quindi normale che ricevano assegni per la cura dei figli. Una madre può invece prendersi cura degli altri figli durante il congedo di maternità.

Stando al Consiglio federale, la mozione provocherebbe costi stimati in 260 milioni di franchi all'anno. I contributi trattenuti dai salari dovrebbero essere aumentati dello 0,06% per finanziare il progetto. Questi contributi sono stati aumentati più volte negli ultimi anni, in particolare per il congedo di paternità, il congedo di adozione e il prolungamento del congedo di maternità in caso di ricovero ospedaliero dopo il parto, ha dichiarato il ministro della socialità Alain Berset. Per Berset, l'argomento finanziario è stato troppo poco considerato.

Dopo il primo voto negativo, gli Stati hanno poi adottato tacitamente una mozione del Nazionale che intende concedere alle neomamme attive come indipendenti gli assegni per l'azienda. Stando a Brigitte Häberli-Koller, i costi operativi dell'azienda non vengono sospesi durante il congedo di maternità. L'IPG dovrebbe fornire un'adeguata compensazione per la perdita di guadagno anche per queste persone. Il costo di 12-13 milioni all'anno è tutto sommato sopportabile. Dal canto suo, il consigliere federale friburghese ha sottolineato che la mozione è già in fase di realizzazione e che un testo simile è già stato trasmesso al governo.

I senatori hanno invece respinto con 26 voti a 12 una mozione di Elisabeth Baume-Schneider (PS/JU) che chiedeva al governo di introdurre un congedo di maternità prenatale di tre settimane finanziato mediante le IPG.

Stando all'esecutivo, contrario alla mozione, le interruzioni del lavoro dovute alla gravidanza sono già sufficientemente coperte, in particolare dal congedo per malattia. Nel suo intervento, Alex Kuprecht (UDC/SZ) ha espresso preoccupazione per i costi che tale mozione potrebbe generare se accolta, stimati in circa 200 milioni all'anno. La spesa totale per le IPG rischia di raggiungere il miliardo all'anno, ha messo in guardia lo svittese, aggiungendo che la spesa per le assicurazioni sociali rischia di scappare di mano.