A poco più di un anno dal "no" popolare alla riveduta legge sul CO2, la Camera dei cantoni ha quindi adottato un nuovo progetto chiamato "Legge federale sugli obiettivi di protezione del clima". Contrariamente al progetto bocciato alle urne, la nuova proposta non contiene tasse, ma incentivi finanziari a beneficio di popolazione e imprese.
Più in dettaglio, il controprogetto contiene l'obiettivo delle emissioni nette pari a zero. Ciò significa che entro il 2050 le emissioni di gas serra dovranno essere ridotte il più possibile, mentre le emissioni residue dovranno essere sottratte dall'atmosfera attraverso le cosiddette "emissioni negative". Contrariamente all'iniziativa, la controproposta non cita esplicitamente alcun divieto di vettori energetici fossili e prende in considerazione la situazione particolare delle regioni periferiche e di montagna.
Vana l'opposizione dell'UDC: "disposizioni così rigide per un periodo così lungo non sono praticabili, nessuno sa quale sarà la situazione nel 2050", ha sostenuto Hansjörg Knecht (UDC/AG). Abbiamo bisogno di un certo margine di manovra, ha aggiunto evocando anche la situazione demografica: le emissioni pro capite sono diminuite di circa il 35% dal 1990, ma questo effetto positivo è annullato nelle emissioni totali dall'immigrazione, ha affermato l'argoviese.
Edifici
Oggi, pur sostenendo ampiamente il controprogetto indiretto nella versione decisa in giugno dal Consiglio nazionale, i "senatori" hanno approvato alcune modifiche in particolare nel settore degli edifici. Le misure in questo ambito non dovranno soltanto accelerare la sostituzione di impianti di riscaldamento con carburanti fossili, bensì anche promuovere l'efficienza energetica.
Come il Nazionale, gli Stati propongono di mettere a disposizione a tale scopo 200 milioni di franchi all'anno per un periodo di dieci anni. Inoltre il programma di sostituzione dei riscaldamenti deve basarsi maggiormente sulle strutture di promozione esistenti, in particolare il Programma Edifici della Confederazione e dei Cantoni. Confermato invece l'obiettivo di emissioni di CO2 pari a zero entro il 2050 per il settore degli edifici (e quello dei trasporti).
Fotovoltaico
Rispetto al Nazionale, il disegno adottato oggi agli Stati contiene una importante novità. È stato infatti introdotto un obbligo di installare pannelli solari sui nuovi edifici. I cantoni potranno prevedere eccezioni a determinate condizioni. Gli edifici e le infrastrutture federali esistenti dovrebbero inoltre essere utilizzati il più possibile per la produzione di energia fotovoltaica.
"Che si tratti della mancanza di un accordo quadro sul mercato europeo, della situazione ucraina e delle sue conseguenze sulle forniture di gas russo, dello stato delle centrali nucleare in Francia o delle prospettive climatiche e del rischio di penuria in inverno, una offensiva nel campo del fotovoltaico è urgente", ha sostenuto la relatrice commissionale Élisabeth Baume-Schneider (PS/JU).
Ci vuole una cambio di paradigma, il solare deve diventare la norma, ha aggiunto Lisa Mazzone (Verdi/GE). In questo senso la Camera ha approvato delle disposizioni che facilitano la costruzione di impianti di grandi dimensioni nelle zone di montagna che producono almeno 10 GWh, di cui il 45% nel semestre invernale. Tali installazioni non potranno però essere edificate nelle zone palustri d'importanza nazionale.
Tutte queste disposizioni sugli impianti fotovoltaici, su richiesta di Beat Rieder (centro/VS), sono stata scorporate dal controprogetto e figurano ora in una legge separata, che è stata dichiarata urgente. "È necessario per disporre di una produzione supplementare a breve termine", ha detto il vallesano.
C'è però anche chi si è opposto agli obblighi sul solare ritenendo che ciò corrisponda a un intervento eccessivo nel federalismo e nella proprietà individuale. "Misure vincolanti come queste hanno portato al fallimento della legge sul CO2", ha sostenuto, invano, Hannes Germann (UDC/SH).
Settore industriale
Da parte sua, l'industria dovrà ridurre le sue emissioni del 90% entro il 2050. Anche qui è previsto un sostegno federale tramite un programma di promozione delle tecnologie nel settore industriale. L'impegno finanziario è pari a 1,2 miliardi di franchi spalmati su sei anni. Questo elemento di sostegno all'innovazione garantisce la sicurezza degli investimenti per l'economia svizzera, in particolare per il settore industriale, ha sottolineato Baume-Schneider.
Infine, il progetto di legge prevede che i flussi finanziari possano, tramite convenzioni, venir indirizzati verso investimenti rispettosi del clima.
L'iniziativa
L'iniziativa "per i ghiacciai" - già respinta dal Nazionale in marzo con 99 voti a 89 e 4 astenuti, gli Stati non l'hanno ancora votata - chiede da parte sua che a partire dal 2050 la Svizzera non emetta più gas serra di quanto i serbatoi naturali e tecnici di CO2 ne possano assorbire. Il testo prevede anche che entro tale data andrebbero vietati i combustibili fossili. Eccezioni sarebbero ammesse solo per applicazioni tecnicamente non sostituibili.
L'iniziativa popolare è stata depositata nel novembre 2019 con 113'824 firme valide. La proposta di modifica costituzionale, lanciata dall'Associazione svizzera per la protezione del clima, è sostenuta da organizzazioni ambientaliste, chiese e ricercatori. Questi hanno già detto di essere soddisfatti dal controprogetto nella versione uscita dal Nazionale.
Controprogetto diretto
Da notare che in marzo il Nazionale aveva approvato il controprogetto diretto proposto dal Consiglio federale. Si era trattato principalmente di uno stratagemma per guadagnare tempo, per non porre subito l'iniziativa in votazione.
Tre mesi fa, infatti, era già chiaro che la soluzione sarebbe arrivata dal controprogetto indiretto, che allora era però ancora in fase di gestazione da parte della commissione parlamentare competente. Nel frattempo anche il governo ha rinunciato alla sua controproposta a favore di quella elaborata dal Parlamento.
Il dossier torna ora al Consiglio nazionale per l'esame delle divergenze.