In sospeso rimanevano in particolare le misure pensate per accrescere la trasparenza per quanto concerne la crescita dei costi. Concretamente, i partner tariffali sorveglieranno i costi nei loro settori e, non appena l'evoluzione di essi non sarà spiegabile con fattori quali ad esempio l'invecchiamento della popolazione, dovranno adottare misure correttive, ha spiegato Philippe Nantermod (PLR/VS) a nome della commissione.
Diversamente dalla soluzione difesa inizialmente dal Nazionale, gli Stati non hanno voluto che le autorità federali o cantonali abbiano la possibilità d'intervenire se i partner tariffali non riescono ad accordarsi. Il Consiglio federale dispone parzialmente già di queste competenze, ha sostenuto oggi Thomas de Courten (UDC/BL). L'emendamento è così stato adottato anche dalla Camera del popolo (138 voti a 43).
Durante i dibattiti, Christian Lohr (Centro/TG) ha invitato i colleghi a non defilarsi e a mantenere la divergenza. "È giunto il momento di proporre soluzioni concrete per porre fine alla spirale di aumento dei premi malattia", ha sostenuto, invano.
Il Consiglio federale aveva presentato nell'agosto 2019 un pacchetto di nove misure per frenare l'aumento dei costi della salute. Tale pacchetto era stato diviso in due progetti. Durante la sessione estiva di due anni fa, il Parlamento aveva adottato il "pacchetto 1a".
Le discussioni odierne riguardavano il "pacchetto 1b" delle misure di contenimento dei costi. Questo si concentra in particolare sui farmaci generici, molto più cari in Svizzera rispetto all'estero. Questo dossier è ora pronto per le votazioni finali.