(ats) Per quanto riguarda le sotto-congiunzioni delle liste, tutto rimane com'è. Per 32 voti a 7, il Consiglio degli Stati non ha voluto oggi modificare la legge sui diritti politici affinché tali pratiche venissero ammesse solo all'interno dello stesso partito.

Il Consiglio nazionale aveva invece sostenuto lo scorso novembre un'iniziativa della sua commissione delle istituzioni politiche che voleva sostituire l'espressione "l'appartenenza di un gruppo" con "l'appartenenza a un partito".

Per la maggioranza del Nazionale, l'aumento esponenziale delle sotto-congiunzioni negli ultimi 20 anni aveva portato ad abusi, con conseguenti sotto-congiunzioni tra liste di diversi partiti nelle elezioni del Consiglio nazionale. Da qui la necessità di fare chiarezza.

Tuttavia, oggi il Consiglio degli Stati ha respinto l'iniziativa, che è così archiviata, sottolineando che la parola "partito" non è più precisa di "gruppo". Ed è proprio nelle sotto-congiunzioni che i gruppi sono spesso molto importanti.

Oltre ai partiti, all'interno dei medesimi vi sono anche movimenti. Impedire loro di partecipare alle elezioni equivarrebbe a limitare i diritti politici.