Il progetto del Consiglio federale, approvato con 140 voti favorevoli e 47 contrari e 1 astenuto dalla Camera del popolo, riguarda in particolare l'accesso ai test di depistaggio. La strategia in quest'ambito rimarrà di competenza della Confederazione.
Il Governo avrebbe voluto che da aprile 2023 il compito e i costi fossero trasferiti ai Cantoni. Questi ultimi si sono però detti contrari durante la procedura di consultazione: in particolare, la Conferenza dei direttori cantonali della sanità teme che i cantoni debbano spendere diverse centinaia di milioni di franchi in più.
Oggi il Nazionale ha deciso che la Confederazione continuerà ad assumere la responsabilità e i costi dei test. Delegare simili oneri alle autorità cantonali in base alla proporzione della popolazione, creerebbe falsi incentivi, secondo il consigliere nazionale Marcel Dobler (PLR/SG).
Il suo collega parlamentare Thomas Aeschi (UDC/ZG) avrebbe voluto che la competenza fosse trasferita ai cantoni, per preservare le finanze federali. Ma la sua minoranza è stata respinta con 136 voti contro 55.
Cantoni devono garantire riserve di capacità
Il Nazionale ha invece approvato una modifica dell'articolo 3 della legge COVID-19 allo scopo di incoraggiare i Cantoni a garantire riserve di capacità negli ospedali, in caso di un'eventuale nuova ondata pandemica. Se le riserve servono a trattare i pazienti domiciliati in altri cantoni, i Cantoni interessati devono stabilire delle convenzioni per ripartire in modo equo gli sforzi finanziari.
Parlamentari di UDC e dell'Alleanza del Centro hanno tentato invano di opporsi a questa modifica, ma la maggioranza del plenum - con 112 voti a 78 - ha deciso altrimenti. Anche il Consiglio federale era contrario a questa modifica, perché dubitava che i cantoni potessero concludere in tempo gli accordi necessari.
Estese disposizioni relative al certificato Covid-19
Con la proroga approvata oggi vengono estese anche le disposizioni relative al certificato Covid-19 in modo che il documento possa essere utilizzato in altri Paesi. La base legale dell'applicazione SwissCovid rimarrà in vigore e, se necessario, il software potrà essere riattivato nell'inverno 2023/2024. Una minoranza UDC ha tentato invano di opporsi al prolungamento della disposizione.
La proroga riguarda anche la promozione dello sviluppo di farmaci contro il coronavirus e le norme per la protezione delle persone vulnerabili.
Durata sino al 2024
Infine, due minoranze di UDC e PLR, che volevano ridurre il prolungamento delle disposizioni della legge Covid-19 rispettivamente al marzo 2023 e al giugno 2023, sono state bocciate dal plenum. La maggioranza ha seguito il Consiglio federale e le ha prorogate fino al mese giugno 2024. Secondo il relatore commissionale Lorenz Hess (Centro/BE), occorre evitare nuove leggi urgenti qualora la situazione dovesse peggiorare.
Una delle disposizioni accolte dal Nazionale riguarda anche il regolamento della Camera del popolo: qualora un membro del Nazionale fosse impedito a partecipare ai dibattiti a causa di una misura di isolamento o di quarantena, potrà votare da casa.