Lo ha deciso oggi il Consiglio degli Stati per 29 voti a 16, approvando una proposta di minoranza di Adèle Thorens Goumaz (Verdi/VD) invece della raccomandazione della commissione preparatoria che proponeva una somma inferiore, ossia 147,75 milioni.
La commissione chiedeva di rinunciare all'aumento di 50 milioni rispetto al periodo precedente, sostenendo che la somma chiesta dal Consiglio federale era troppo elevata, specie in un periodo di "vacche magre" come quello che stanno passando le finanze federali con deficit miliardari che si annunciano all'orizzonte.
Ma al voto, la proposta di una minoranza di Thorens Goumaz ha fatto breccia nel plenum. L'ecologista vodese, forte del sostegno del campo rosso-verde, ma anche di diversi PLR ed esponenti del Centro, ha sostenuto che la Svizzera "invierebbe un segnale sbagliato se non aumentasse i suoi contributi", specie dopo che il consigliere federale Ignazio Cassis ha promesso alla COP 27 tenutasi in Egitto la necessità per i Paesi più ricchi di fare di più per l'ambiente, specie per i paesi poveri o in via di transizione.
Stando alla senatrice" ecologista, spalleggiata dalla ministra dell'ambiente Simonetta Sommaruga, ha affermato che è nell'interesse della Svizzera partecipare maggiormente al finanziamento di progetti nei Paesi in via di sviluppo che hanno un impatto positivo sull'ambiente globale e che, in alcuni casi, coinvolgono anche aziende elvetiche. Per non parlare, poi, che è nel nostro interesse lottare contro i cambiamenti climatici che spingono milioni di persone a migrare, ha spiegato la vodese.
Diversi oratori hanno sostenuto che l'aumento di 50 milioni non è poi così importante se rapportato alle promesse fatte da altri Paesi come gli Stati Uniti o la Germania. Cinquanta milioni rappresentano appena la metà del costo di un F-35A, il nuovo caccia che la Svizzera acquisterà per la difesa e sorveglianza del proprio spazio aereo, e il Parlamento ha stabilito di volerne ben 36 per un costo di sei miliardi.
Stando alla consigliera federale Simonetta Sommaruga, la Svizzera non può chiedere agli altri Stati ricchi di fare di più e poi marciare sul posto. Ne va della nostra credibilità, ha sottolineato, la "ministra" bernese del PS. La Confederazione, tra l'altro, fa parte del comitato esecutivo del fondo e rischierebbe di perdere il suo posto, e quindi di influenza, se dovesse venir soppiantata dai Paesi Bassi che hanno deciso un forte incremento dei mezzi destinati al fondo. Sommaruga ha fatto rimarcare che è stata proprio la Svizzera a convincere gli altri Stati che partecipano al fondo di coinvolgere anche i privati nella lotta al riscaldamento climatico.
Il contrasto a questo fenomeno globale che non conosce frontiere, ha aggiunto, è anche nel nostro interesse, visto che la temperatura sulle Alpi aumenta molto più velocemente che altrove.