Stamane, il Consiglio degli Stati ha approvato l'estensione di alcune disposizioni della legge così come chiedeva il governo. Quest'ultimo vorrebbe anche che, dal 2023, siano i Cantoni a sostenere questi costi e non più la Confederazione. Dal 1° aprile 2023, i Cantoni dovrebbero anche essere i soli responsabili del sistema di depistaggio. Ma i Cantoni si sono opposti a queste disposizioni nel corso della procedura di consultazione.
Il problema divide le due Camere: gli Stati vogliono che la Confederazione paghi i test solo qualora venisse dichiarata la situazione particolare, così definita dalla legge sulle epidemie. Su questo aspetto della legge i "senatori" hanno dato seguito a una proposta di minoranza inoltrata da Peter Hegglin (Centro/ZG). Stando a Hegglin, per le autorità è uno spreco di denaro prendersi carico di un regime di test anche se non sono state ancora adottate misure restrittive.
Secondo la commissione preparatoria, nell'anno in corso la Confederazione ha sborsato 1,6 miliardi di franchi per i test. Il Consiglio nazionale aveva deciso di mantenere l'attuale regime fino a inizio luglio 2024. Fino ad allora, la Confederazione dovrà sostenere tali costi.
Il Consiglio degli Stati ha poi stralciato l'emendamento del Nazionale che prevedeva una maggiore responsabilità dei Cantoni per le capacità ospedaliere. Quest'ultimi, oltre a garantire riserve per i picchi di infezioni, dovrebbero anche stipulare accordi di finanziamento reciproco per il ricovero di pazienti provenienti da altri cantoni.
Il Consiglio degli Stati ha poi prorogato altre misure destinate al controllo della pandemia, proprio come aveva già fatto il Consiglio nazionale. Dichiarati urgenti, tali provvedimenti entreranno in vigore il 1° gennaio 2023 e si applicheranno fino alla metà del 2024.
Uno strumento di controllo è rappresentato dal certificato Covid per le persone vaccinate, guarite o negative al test. Il Parlamento vuole mantenere la stessa situazione con l'app Covid, attualmente disattivata. Quest'ultima viene utilizzato per rintracciare i contatti delle persone risultate positive al test.
Rimarrà inoltre di competenza della Confederazione la promozione dello sviluppo di ulteriori farmaci anticovid e le disposizioni per la protezione delle persone vulnerabili sul posto di lavoro. Anche le misure in materia di stranieri e di asilo e la chiusura delle frontiere saranno prolungate. L'obiettivo? Preservare la mobilità dei frontalieri e di coloro che vivono a ridosso del confine.