(ats) La Svizzera non deve spendere di più per la ricostruzione e la cooperazione economica in Ucraina nell'ambito del preventivo 2023. Il Consiglio nazionale ha respinto oggi richieste in tal senso della sinistra e del PVL. Pure bocciati i tagli auspicati dall'UDC.

Il budget della Confederazione presentato dal Consiglio federale rimane quindi invariato dopo l'esame dettagliato del primo blocco relativo alla migrazione e alle relazioni con l'estero. Il preventivo per l'anno prossimo prevede quindi sempre 81,3 miliardi di entrate e 86,2 miliardi di uscite. La pandemia e il piano di salvataggio per il settore dell'energia elettrica pesano sulle finanze federali, tanto che il Governo stima un deficit pari a 4,8 miliardi di franchi per il 2023.

Nel contesto della guerra in Ucraina, la sinistra e i Verdi liberali chiedevano 60 milioni supplementari per la ricostruzione del Paese nonché 30 milioni in più per la cooperazione economica allo sviluppo nel preventivo per il prossimo anno. Verdi, socialisti e PVL chiedevano pure un'aggiunta di 24 milioni di franchi al budget 2022. L'Ucraina combatte per la democrazia e i diritti umani, occorre quindi fare tutto il possibile nell'ambito umanitario, ha dichiarato invano Roland Fischer (PVL/LU).

Sicurezza alimentare e clima

Sinistra e Verdi liberali auspicavano inoltre un supplemento di 50 milioni nel settore della sicurezza alimentare. La fame nel mondo aumenta, vi è un enorme bisogno in questo ambito, ha chiesto inutilmente Christine Badertscher (Verdi/BE).

Ps, Verdi e PVL domandavano pure 50 milioni supplementari in favore del Fondo per il clima dell'ONU. Durante la COP27, i Paesi più poveri non hanno ricevuto abbastanza sostegno, ha deplorato Claudia Friedl (PS/SG). Tale importo supplementare sarebbe per loro "troppo poco, ma pur sempre un passo nella buona direzione". La sinistra avrebbe voluto ancora ulteriori mezzi per altri fondi internazionali. Ma la maggioranza del plenum è stata di tutt'altro parere, invocando un maggiore rigore finanziario.

Per l'aiuto internazionale, i mezzi già previsti corrispondono esattamente al credito sull'arco di quattro anni approvato dal Parlamento, ha ricordato il ministro delle finanze Ueli Maurer, il quale durante la sessione invernale difende per l'ultima volta il preventivo davanti alle Camere.

Bocciate pure proposte UDC

Neppure le proposte di "tagliare" in questo settore avanzate dall'UDC hanno fatto breccia tra i parlamentari. I democentristi avrebbero voluto ridurre di 10 milioni il contributo svizzero in favore di taluni Stati membri dell'UE. L'UDC intendeva pure attribuire 81 milioni in meno per le misure di integrazione degli stranieri.

C'è già oltre un miliardo di franchi in favore dei rifugiati ucraini nell'ambito dello statuto S, ha ricordato invano Benjamin Fischer (UDC/ZH). "Anche se ci troviamo in una situazione straordinaria, bisogna tenere i nervi saldi".

I dibattiti proseguono con l'esame dei crediti per la cultura, la formazione, la ricerca, le famiglie e lo sport.