(ats) Se la Svizzera non dovesse aderire alla convenzione dell'Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) contro la violenza e le molestie sul lavoro farebbe una figuraccia, soprattutto perché Stato sede di questa organizzazione.

È tra l'altro con questa motivazione che il Consiglio nazionale ha deciso oggi per 124 voti a 49 (UDC) di dare il proprio nullaosta a un testo che, secondo la maggioranza, la Svizzera rispetta già a grandi linee.

Il dossier ritorna al Consiglio degli Stati. Quest'ultimo, in settembre, aveva deciso di bocciare il testo per 24 voti a 20, poiché timoroso che prevedesse nuovi obblighi per la Confederazione a causa della presunta vaghezza di alcune formulazione.

Oggi, nonostante l'opposizione dell'UDC, il plenum ha prima votato l'entrata nel merito e il testo finale, sostenendo che la Convenzione non prevede nuovi obblighi per la Svizzera in virtù della sua legislazione progressista a contrasto degli abusi sul posto di lavoro, specie nei confronti delle persone più vulnerabili. Sarebbe insomma una "vergogna" se la Svizzera non aderisse, si è sentito in aula.

Per il "ministro" Guy Parmelin la Svizzera non ci farebbe senz'altro una bella figura se dovesse rimanerne fuori, soprattutto quale paese ospite di questa organizzazione con sede a Ginevra. Il "ministro" dell'economia ha rammentato che la Svizzera non dovrà adeguare la propria legislazione e che i partner sociali sono unanimi nel sostenere gli scopi di questa Convenzione internazionale.

La Convenzione n. 190 del 2019 dell'OIL sull'eliminazione della violenza e delle molestie nel mondo del lavoro è il primo testo del genere che contiene una definizione concordata a livello internazionale su questo tema. La Convenzione prevede un divieto legale di violenza e molestie sul posto di lavoro. Il documento menziona anche misure di prevenzione e, per le vittime, provvedimenti di sostegno e riparazione.

I contrari hanno mostrato un certo scetticismo dal momento che, a loro avviso, la situazione potrebbe cambiare tenuto conto dell'ampio ventaglio di situazioni incluso nella Convenzione. Al voto, però, una chiara maggioranza ha preferito seguire il parere favorevole della propria commissione preparatoria e dell'esecutivo. Adesso spetterà ancora ai "senatori" esprimersi sul dossier.