L'imposta sul tonnellaggio è già una realtà ben diffusa a livello internazionale: una regolamentazione analoga è in vigore in 21 Stati membri dell'Unione europea. Il disegno di legge, che trae origine da un mandato del 2016 conferito da entrambe le Camere all'esecutivo, si ispira, negli aspetti fondamentali, proprio alle normative esistenti nell'Ue.
Si tratta in sostanza di un metodo alternativo per determinare l'imposta sull'utile: viene presa in considerazione la stazza netta (capacità di carico) moltiplicata per una tariffa scaglionata e per il numero di giorni di esercizio, ha spiegato il relatore commissionale Leo Müller (Centro/LU). L'utile così determinato viene poi tassato. L'assoggettamento avverrebbe comunque in forma volontaria, "è un'opzione che vale per dieci anni", ha affermato Fabio Regazzi (Centro/TI).
Per le imprese di navigazione marittima redditizie, tale sistema comporta un onere fiscale comparativamente modesto. L'introduzione di un'imposta sul tonnellaggio è quindi uno strumento volto ad accrescere l'attrattiva della piazza economica svizzera per chi opera nel settore, ha sottolineato sempre a nome della commissione Céline Amaudruz (UDC/GE), "ma soprattutto dei Cantoni in cui hanno sede tali compagnie".
"È indispensabile lanciare un segnale di apertura nei confronti delle imprese", ha proseguito la ginevrina. In poche parole, grazie all'introduzione di un'imposta sul tonnellaggio ci si attende un aumento del gettito fiscale e la creazione di nuovi impieghi, ha riassunto la deputata democentrista.
Secondo il governo, al momento le ripercussioni finanziarie di questa novità non possono essere stimate in modo affidabile per la carenza di dati statistici. Tuttavia, in considerazione degli effetti positivi attesi per la piazza economica, le eventuali minori entrate dovrebbero essere di entità trascurabile, aveva assicurato il Consiglio federale al momento di adottare il messaggio lo scorso mese di maggio. "È un'occasione per migliorare le condizioni quadro", ha messo in evidenza oggi in aula il ministro delle finanze uscente Ueli Maurer.
Una minoranza formata da socialisti, Verdi e Verdi liberali ha tentato di combattere il progetto, spingendo per la non entrata in materia o per rinviarlo al Consiglio federale, così da modificarlo tenendo maggiormente conto delle responsabilità ecologiche e sociali. Stando a Kathrin Bertschy (PVL/BE), vi sono in primis dubbi sulla costituzionalità del disegno, così come sul fatto che rimpolperebbe davvero le casse della Confederazione.
"Inoltre non c'è una sostenibilità sufficiente, non ci sono abbastanza stimoli ecologici", ha aggiunto Bertschy. A rincarare la dose ci ha pensato Cédric Wermuth (PS/AG), definendo la legge "avventurosa" a causa delle stime vaghe. "Sarebbe come se le assicurazioni fossero tassate in base al numero di clienti, i media in base alle sillabe usate e come se ognuno potesse scegliere fra un'imposta imperniata sul proprio reddito e una sul peso", ha dichiarato l'argoviese sfoderando alcune similitudini per criticarne anche i principi.
Il doppio tentativo di sinistra ed ecologisti è però stato rispedito al mittente per 107 voti a 83 (non entrata in materia) e per 103 a 90 (rinvio al governo).
Nel corso del dibattito di dettaglio i consiglieri nazionali si sono poi soffermati su una serie di punti fonte di controversia in sede di commissione. In particolare, la Camera del popolo ha optato per includere esplicitamente nelle categorie assoggettabili all'imposta sul tonnellaggio le navi da crociera. Nella sua versione iniziale, l'esecutivo parlava vagamente di "trasporto di persone".
In un altro caso, una minoranza di sinistra ha cercato di stralciare un articolo che introduce criteri ambientali, con agevolazioni fiscali per chi inquina meno. Parlando apertamente di "greenwashing" - ecologismo di facciata insomma - Wermuth ha stroncato l'idea, bollandola come inutile. Bisognerebbe studiare dei malus invece che dei bonus, ha fatto notare.