(ats) Il diritto all'educazione non violenta sarà iscritto nel codice civile (CC). Dopo la Camera del popolo nel settembre 2021, oggi anche il Consiglio degli Stati ha approvato - con 27 voti contro 8 e 3 astenuti - una mozione della consigliera nazionale Christine Bulliard-Marbach (Centro/FR).

"Prima di esprimersi sulla mozione presentata da Christine Bulliard-Marbach la Commissione ha atteso un rapporto in merito - sollecitato da un postulato della stessa deputata - elaborato dal Consiglio federale", ha spiegato la sua relatrice Heidi Z’graggen (Centro/UR).

Nel rapporto il governo ritiene che le leggi in vigore siano sufficienti per proteggere i fanciulli e gli adolescenti dalla violenza nell'educazione. "Ma la commissione non condivide queste conclusioni", ha affermato l'urana.

L'introduzione di un tale diritto nel Codice civile rappresenterebbe un segnale forte contro tutte le forme di violenza nei confronti dei minori e contribuirebbe a far evolvere le consuetudini e gli schemi di pensiero tradizionali in questo ambito. La mozione chiede quindi che si faccia qualcosa di più di una norma programmatica come suggerito dal Consiglio federale.

Z’graggen ha ricordato che un recente studio dell'Università di Friburgo stima che in Svizzera quasi un minore su due subisce delle violenze fisiche o psicologiche. Questa è una quota nettamente troppo elevata, ha aggiunto l'urana, ricordando come la Svizzera abbia sottoscritto la Convenzione sui diritti del fanciullo dell'ONU.

Vana dunque l'opposizione della consigliera federale Karin Keller-Sutter, secondo cui l'introduzione di un nuovo articolo di legge nel CC per reprimere gli atti violenti commessi sui minori nell'ambito famigliare non è necessario. Già ora, ha fatto notare la ministra di giustizia e polizia, simili comportamenti sono vietati.

La Costituzione federale stabilisce ad esempio il diritto dei bambini e dei giovani a una particolare tutela della salute fisica e psichica, ha proseguito Keller-Sutter. Anche le disposizioni di diritto penale e civile tutelano i bambini e i giovani dalla violenza. Insomma, stando alla consigliera federale un'ulteriore disposizione di legge non aumenterebbe la tutela giuridica dei bambini e dei giovani dalla violenza nel contesto familiare.