È quanto prevede una mozione adottata oggi dal Consiglio nazionale per 101 voti a 84 (7 astenuti). Il dossier va agli Stati.
L'argomento non è nuovo. Nella scorsa sessione estiva delle Camere federali il Consiglio nazionale aveva trattato una mozione molto simile, respingendola, tra l'altro perché chiedeva anche la confisca dei beni. La nuova mozione elaborata dalla commissione dell'economia e dei tributi rinuncia a tale richiesta, problematica dal punto di vista dello Stato di diritto.
Anche gli Stati avevano trattato in giugno, ma rinviandola alla commissione competente, una mozione simile presentata da Carlo Sommaruga (PS/GE). Visti i rapporti di forza alla camera dei cantoni, la mozione del Nazionale appena approvata rischia la bocciatura.
Oggi in aula, una minoranza sostenuta dal consigliere federale Guy Parmelin ha sostenuto invano che le attuali strutture e attività della Confederazione sono sufficienti. Stando al "ministro" dell'economia, la collaborazione tra la Segreteria di stato dell'economia (SECO) e i privati, specie le banche, funziona bene, come dimostrano le somme bloccate (7,5 miliardi di franchi finora, n.d.r.). Inutile quindi istituire una task force che sarebbe solo un doppione delle misure e dei servizi già al lavoro sulle sanzioni inflitte agli oligarchi russi e bielorussi.