(ats) Impedire a un parlamentare di accettare un posto in una commissione se retribuito da soggetti - imprese o organizzazioni - potenzialmente interessate da leggi su cui lavora creerebbe disparità di trattamento fra deputati.

Dopo un attento esame del progetto, frutto di un'iniziativa parlamentare del "senatore" Beat Rieder (Centro/VS) già accolta dal parlamento, il Consiglio degli Stati ha deciso oggi (34 voti a 8 e 2 astenuti) di stralciare l'atto parlamentare poiché giudicato difficile da attuare e discriminatorio. Tale decisione dovrà essere confermata anche dal Nazionale.

La maggioranza dei "senatori" crede che l'iniziativa sollevi problemi di conformità alla Costituzione, poiché introduce una disparità di trattamento tra i deputati. Inoltre, comporterebbe troppe difficoltà di interpretazione e di applicazione.

Stando al testo dell'iniziativa, in caso di conflitto fra il mandato assunto da un parlamentare e il settore di competenza di una commissione cui egli appartiene, il parlamentare deve scegliere se rinunciare al mandato oppure al seggio commissionale. Queste disposizioni non riguarderebbero invece i mandati che il parlamentare svolge nell'ambito della sua attività professionale principale o che aveva già assunto almeno un anno prima di entrare a far parte della commissione, come pure i mandati che sono retribuiti direttamente o indirettamente con un importo inferiore ai 5000 franchi all'anno.

Pur accogliendo con favore l'obiettivo generale dell'iniziativa parlamentare, ossia evitare di pregiudicare l'indipendenza del deputato, la maggioranza pensa che la trasparenza possa essere raggiunta con altri mezzi.

In aula, Rieder ha difeso la bontà della "sua" proposta di legge in un frangente dove il lobbismo è di attualità visto lo scandalo che ha travolto il Parlamento europeo. "Dobbiamo evitare i conflitti di interesse più gravi. Il fenomeno delle aziende o delle organizzazioni che reclutano deputati dopo che questi sono entrati a far parte di una particolare commissione è molto diffuso, ha affermato invano.