Il Consiglio federale è ora incaricato di creare condizioni vincolanti per l'ulteriore sviluppo della mobilità elettrica orientata specialmente a coloro che abitano in affitto. A differenza di quanto proposto dalla sua Commissione, il plenum ha deciso di dare seguito alla mozione, ritenendo legittimo e meritevole agevolare l'installazione di questo genere di infrastrutture, soprattutto ai fini della protezione dell'ambiente.
"Incrementare la mobilità elettrica rappresenta un obiettivo che ci siamo prefissati a livello nazionale e che fatichiamo a raggiungere", ha detto Flavia Wasserfallen (PS/BE). "La maggior parte della popolazione in Svizzera vive in affitto e incorre in grosse difficoltà nell'installare stazioni di ricarica", ha aggiunto la bernese.
"Questa lacuna è una delle ragioni principali per cui le vendite di auto elettriche hanno subito una battuta d'arresto", ha puntualizzato Wasserfallen. "Anche i motori a combustione non si sarebbero mai affermati senza i benzinai", ha aggiunto Thierry Burkart (PLR/AG), rispondendo a chi invece affermava che solo una piccola fetta della popolazione ha davvero l'interesse di possedere un veicolo elettrico.
Daniel Fässler (Centro/AI), a nome della Commissione, ha ricordato invano che già due anni fa il Consiglio degli Stati aveva respinto una mozione simile proposta del consigliere nazionale Bruno Storni (PS/TI). "I meccanismi di mercato sono già in grado di garantire un'offerta adeguata di questo genere di infrastrutture", ha ribadito Fässler.
A sua volta il consigliere federale Guy Parmelin - seppur sottolineando la volontà dell'Esecutivo di sostenere lo sviluppo della mobilità elettrica - ha affermato che "sotto il profilo della costituzionalità le rivendicazioni legali del testo sarebbero assai discutibili perché incompatibili con la garanzia della proprietà, la libertà economica e la libertà contrattuale".
Le misure concernenti il consumo di energia negli edifici competono in primo luogo ai Cantoni, ha detto Parmalin. Per il Consiglio federale sarebbero state dunque più opportune misure autonome di diritto edilizio a livello cantonale.
Nel suo progetto di legge sulle emissioni di CO2 per il periodo 2025-2030, l'Esecutivo proponeva di stanziare annualmente un massimo di 30 milioni di franchi per ampliare i punti di ricarica ad esempio nelle case plurifamiliari e nei posteggi pubblici. Il Parlamento ha approvato la legge lo scorso marzo, eliminando però proprio questo tipo di sostegno.