Al voto finale sugli articoli modificati in giugno dal consiglio degli Stati, 16 membri della commissione si sono espressi contro e solo 4 a favore, ha affermato davanti ai media il presidente della commissione Daniel Vischer (Verdi/ZH). Tre settimane fa la stessa commissione aveva accettato l'entrata in materia con un solo voto di scarto (12 a 11).
Il nodo della questione è costituito dalla CEDU. «Durante le discussioni nessuno ha messo in dubbio che la società debba essere protetta da criminali pericolosi e irrecuperabili» - ha precistao Vischer - ma la CEDU garantisce a un carcerato condannato all'internamento che la sua situazione venga regolarmente sottoposta ad un riesame». Ebbene, «il testo dell'iniziativa prevede invece che tale riesame possa svolgersi solo se sono si è in presenza di nuove conoscenze scientifiche».
A detta della maggioranza della commissione, anche la modifca del CP non permette di rispettare le disposizioni della CEDU. La maggioranza della commissione ha detto che è impossibile legiferare in questo campo rispettando gli obblighi internazionali della Svizzera. «Quest'ultimi hanno la precedenza sul diritto nazionale - ha ricordato Vischer, sottolineando la saggezza della commissione che ha preferito votare la non entrata in materia.
In assenza di una legge toccherà quindi ai giudici applicare l'iniziativa rispettando però anche la CEDU. «Vedremo che cosa succederà», ha commentato Vischer. «Per vederci più chiaro bisognerà attendere che qualcuno si rivolga alla Corte europea permanente dei diritti umani di Strasburgo», ha aggiunto il consigliere nazionale.
Ora spetterà al parlamento decidere sul da farsi. Il dossier verrà archiviato se il Nazionale rifiuterà per due volte di entrare in materia. Idem se il consiglio degli Stati dovesse decidere di ritornare sui suoi passi. Il consigliere federale Christoph Blocher, personalmente favorevole all'iniziativa, non ha potuto assistere alle discussioni della commissione perché in viaggio.
La modifica del CP prevede una lista di infrazioni che possono condurre ad un interamento a vita. Per poter pronunciare una simile pena il giudice dovrà basarsi su due perizie indipendenti. Inoltre dovrebbero essere presenti tre condizioni. Si dovrebbe stabilire se il pericolo di recidiva è altamente probabile. Inoltre, il criminale dovrebbe essere gudicato irrecuperabile, anche in caso di terapria prolungata. Infine bisognerebbe determinare che commettendo il suo atto, il criminale ha voluto attentare il maniera particolarmente grave all'integrità psichica e fisica della sua vittima.
L'internamento a vita potrebbe essere rimesso in questione sotto certe condizioni. Non si tratta di un riesame periodico. Una commissione federale verrebbe specialmente incaricata, su richiesta o d'ufficio, di esaminare se esistono nuove conoscenze scientifiche che permettano di affermare che un determinato criminale è recuperabile.