Il giorno stesso della presentazione da parte dell'UDC di un progetto di iniziativa popolare che propugna la preminenza del diritto costituzionale su quello internazionale, la Commissione delle istituzioni politiche del Nazionale (CIP-N) ha respinto tre iniziative parlamentari in tal senso presentate da esponenti democentristi.

​Per la maggioranza della CIP-N, gli impegni internazionali della Svizzera vanno rispettati: ne va della sicurezza giuridica e, di riflesso, del benessere del nostro paese.

Parallelamente a questa decisione, ha dichiarato oggi ai media la presidente della CIP-N Cesla Amarelle (PS/VD), per 16 voti a 8 la maggioranza ha deciso di non archiviare due mozioni del 2011 che caldeggiavano una migliore compatibilità delle iniziative popolari con i diritti fondamentali (14.024).

Questo problema esiste - vedi iniziativa sui minareti, per il rinvio di criminali stranieri, sull'internamento a vita, n.d.r - ha sostenuto Cesla Amarelle e quindi va cercata una soluzione in tempi brevi. A tale riguardo, la CIP-N ha invitato il Consiglio federale a rispondere celermente al postulato di Andrea Caroni (PLR/AR) che chiede ragguagli sul rapporto tra diritto interno e diritti umani. Su questa base, ha aggiunto Amarelle, potremo rimetterci al lavoro.

Un primo tentativo del Governo di rispondere ai quesiti sollevati dalle due mozioni è andato a vuoto. Nel 2013, viste le critiche, il Consiglio federale aveva abbandonato un progetto che prevedeva due distinti modi per mitigare le contraddizioni tra diritti popolari e diritti fondamentali: nel primo caso di trattava di sottoporre le iniziative popolari ad una perizia giuridica preliminare non vincolante, nel secondo di estendere i motivi atti ad invalidare un'iniziativa (ciò avrebbe richiesto una modifica della Costituzione federale).

Una minoranza della CIP-N, ha affermato Amarelle, ha insistito affinché le due mozioni venissero archiviate. È dell'opinione che tutte le soluzioni proposte non troverebbero una maggioranza pronta a sostenerle e creerebbero più problemi di quanti ne possano risolvere.

Pacta sunt servanda

Quanto alle tre iniziative parlamentari dell'UDC volte a suggellare la preminenza del diritto costituzionale - o interno - su quello internazionale, Cesla Amarelle non ha nascosto una certa irritazione per la decisione di questo partito di presentare proprio oggi un progetto di modifica costituzionale, quando il parlamento non si è ancora pronunciato sulle proposte dei consiglieri nazionali democentristi Gregor Rutz (ZH) (13.456), Heinz Brand (BE) (13.452) e Luzi Stamm (AG) (13.458).

Tutte e tre le iniziative parlamentari sono state respinte abbastanza nettamente, ha ricordato Amarelle. Nel caso della proposta Brand, assai simile al progetto di iniziativa dell'UDC, 16 commissari su 7 hanno detto no a questo testo che intende iscrivere nella Carta fondamentale il principio secondo cui la Costituzione federale è la maggiore fonte di diritto. Le iniziative parlamentari Rutz e Stamm sono state respinte, rispettivamente, per 14 voti a 7 e 16 voti a 7.

Due i motivi principali che hanno spinto la maggioranza della CIP-N a raccomandare al plenum di bocciare queste iniziative, ha sostenuto Amarelle.

Da un lato è necessario rispettare gli impegni internazionali della Svizzera sulla base del principio giuridico "pacta sunt servanda" (i patti vanno rispettati). Stando a Amarelle, in caso contrario si rischia di creare incertezza giuridica, con ripercussioni negative anche sulla piazza economica. Basti pensare, ha spiegato la consigliera nazionale, ai numerosi accordi di doppia imposizione o di libero scambio ratificati dalla Svizzera.

Per la maggioranza della CIP-N, inoltre, le tre iniziative non rispondono al problema della compatibilità tra diritto interno e diritti fondamentali. Per Cesla Amarelle, esiste un nocciolo duro dei diritti umani che deve essere preservato.

 

ATS, 12.08.2014