L'Organizzazione degli Svizzeri all'estero (OSE), di cui Lombardi è vicepresidente, ha presentato la scorsa estate una strategia affinché cessi la discriminazione di cui dal 2008 si ritengono vittime da parte degli istituti di credito: averi congelati, liquidazione di conti, soppressione delle carte di credito e rifiuto di prestazioni.
Sul tema la Camera del popolo si era già espressa in passato adottando una mozione affinché la Quinta Svizzera possa pagare con le carte di credito di PostFinance. Carlo Sommaruga (PS/GE) ha tentato invano di convincere il plenum a mantenere la pressione sulle banche per non discriminare i circa 780'000 Svizzeri all'estero.
Troppo lontano
La maggioranza borghese non l'ha però seguito: a suo avviso, la mozione rappresenta un'eccessiva restrizione della libertà economica delle banche "too big to fail" (Credit Suisse, UBS, Raiffeisen, Banca cantonale di Zurigo), le quali devono essere libere di scegliere se avere o meno come cliente una determinata persona.
Secondo il ministro delle finanze Ueli Maurer, non vi è inoltre alcuna discriminazione nei confronti degli espatriati dal momento che nemmeno chi risiede in Svizzera ha il diritto di poter aprire un contro presso una banca se non soddisfa determinati requisiti.
Compromesso in vista
La maggioranza borghese preferisce puntare sui progressi già fatti in materia: riunioni tra i rappresentanti della Quinta Svizzera e le grandi banche hanno avuto luogo di recente, ha sottolineato Roland Büchel (UDC/SG) a nome della Commissione di politica estera. Un compromesso sembra delinearsi sulla questione. Informazioni specifiche sui mezzi per conservare una relazione bancaria sono state promesse.
In una mozione che il plenum deve ancora adottare, la commissione propone quindi di incaricare il Consiglio federale di fare in modo che le banche "too big to fail" mettano a disposizione degli Svizzeri all'estero "informazioni utili" per l'apertura di un conto e mantenere più facilmente relazioni bancarie nella Confederazione.