(ats) Anche se il lavoro di deputato diventa sempre più complesso, i parlamentari possono cavarsela anche senza l'aiuto di un collaboratore personale messo a disposizione dalla Confederazione. È quanto pensa il Consiglio nazionale che oggi ha respinto per 123 voti a 61 un'iniziativa parlamentare di Matthias Aebischer (PS/BE).

Attualmente, i parlamentari ricevono una somma forfettaria di 33 mila franchi per ingaggiare un aiutante. Aebischer riteneva tale somma insufficiente per far fronte alla crescente molte di lavoro.

A suo parere, bisognerebbe dare la possibilità a consiglieri nazionali e agli Stati di assumere, per il tramite della Confederazione, un collaboratore personale di propria scelta con un grado di occupazione massimo dell'80%.

Le condizioni di assunzione del collaboratore, ha ricordato il deputato socialista bernese, ricalcherebbero in linea di massima quelle della legge sul personale federale, anche se a decidere l'assunzione del collaboratore e la cessazione del rapporto di lavoro nonché a impartire istruzioni sarebbe il parlamentare.

Aebischer ha ammesso che tutto ciò avrebbe un prezzo: 25 milioni di franchi l'anno. A tale somma, verrebbero detratti 10 milioni, pari all'indennità di 33 mila franchi moltiplicata per 246 parlamentari. La fattura finale sarebbe quindi di 15 milioni.

A nome della commissione, che domandava la bocciatura dell'iniziativa, Jean-Luc Addor (UDC/VS) ha ammesso che sì le esigenze per i parlamentari sono elevate, ma che la via scelta da Aebischer sfocerebbe prima o poi nella professionalizzazione della figura del deputato, oggi di milizia. Oltre ad essere costosa, inoltre, la soluzione prospettata è meno flessibile di quella attuale.