Il testo, lanciato dai Giovani Verdi, vuole vietare a tempo indeterminato l'estensione delle zone edificabili in Svizzera. Ne ammette di nuove solo se si procede al cosiddetto "dezonamento" di un'altra superficie di dimensioni equivalenti e con una qualità del suolo comparabile.
Lo scopo del testo è favorire uno sviluppo degli insediamenti centripeto e di elevata qualità (densificazione) e di autorizzare fuori della zona edificabile esclusivamente edifici e impianti a ubicazione vincolata destinati all'agricoltura dipendente dal suolo o edifici a ubicazione vincolata d'interesse pubblico.
La maggioranza non ha nascosto la necessità di densificare il territorio nelle zone edificabili, ma non come proposto dall'iniziativa. Se approvata, questa comporterebbe infatti gravi conseguenze per l'economia e l'agricoltura, ha sottolineato il relatore commissionale Roland Eberle (UDC/TG).
Alcune regioni si troverebbero confrontate con una grave penuria di zone edificabili e con un aumento dei prezzi dei beni immobili e industriali. Ciò causerebbe un rallentamento dell'economia. L'iniziativa limiterebbe poi drasticamente lo sviluppo agricolo, impedendo la costruzione di impianti indipendenti dal suolo.
Eberle ha poi ricordato che la Confederazione già si muove nella direzione voluta dagli iniziativisti: la revisione della legge sulla pianificazione del territorio, entrata in vigore nel maggio 2015, mira, proprio come l'iniziativa, a limitare la dispersione degli insediamenti.
"Vogliamo davvero continuare a cementificare il nostro Paese?", si è chiesto Robert Cramer (Verdi/GE), pure membro del comitato d'iniziativa. Secondo il ginevrino, le nuove disposizioni previste dalla Legge sulla pianificazione del territorio sono ancora carenti per quanto riguarda le aree non edificabili.
Inoltre, la legislazione propone misure su un periodo di 15 anni. "L'iniziativa non è invece limitata nel tempo", ha aggiunto, invano, Cramer.