(ats) Misure concrete dovrebbero essere prese per combattere i prezzi elevati in Svizzera. Ne è convinto il Consiglio nazionale, il quale però non fa più alcun affidamento al principio del "Cassis de Dijon". Ha infatti affossato oggi due mozioni degli Stati che chiedevano l'eliminazione degli ostacoli al commercio.

Con 112 voti contro 64, la Camera del popolo ha respinto un testo che chiedeva che un numero più elevato di prodotti testati nell'Unione europea potessero essere importati in Svizzera senza autorizzazione formale. Il Consiglio federale avrebbe dovuto definire quali categorie di prodotti avrebbero potuto avere libero accesso al mercato svizzero.

I pareri sul tema erano però divisi. Una parte dei parlamentari ha emesso riserve sostanziali sul principio del "Cassis de Dijon", che prevede che un prodotto la cui vendita è autorizzata nell'UE lo sia anche in Svizzera. Altri si sono opposti all'ammorbidimento delle condizioni di omologazione.

I favorevoli alla mozione, essenzialmente esponenti di PPD e PLR, ritenevano che essa avrebbe offerto la possibilità di fare qualcosa contro il livello elevato dei prezzi nella Confederazione. Anche il Consiglio federale ha sostenuto invano la proposta.

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La Camera del popolo ha pure respinto tacitamente un'altra mozione del Consiglio degli Stati, che chiedeva di non scostarsi dal principio del "Cassis de Dijon" per quanto riguarda l'aspetto visivo della dichiarazione dei prodotti. Al pari del governo, i parlamentari hanno ritenuto che la Svizzera faccia già abbastanza su questo punto.

Un prodotto immesso sul mercato in virtù del principio del "Cassis de Dijon" non può essere contestato anche se non è conforme alle prescrizioni elvetiche sul piano delle caratteristiche estetiche o delle indicazioni fornite.

Questa regola non vale per i prodotti sottoposti ad autorizzazione. Altre eccezioni concernono le derrate alimentari e la lingua. Sugli alimenti, il Paese di produzione deve essere indicato esplicitamente.

Per quanto riguarda le esigenze linguistiche, le informazioni devono in principio essere redatte in almeno una lingua ufficiale in Svizzera. È possibile derogare a questa regola se l'informazione è sufficiente e non induce all'errore, per esempio un'etichetta di una bottiglia di vino in inglese e in spagnolo.