La legge sul personale della Confederazione prevede che il datore di lavoro versi sullo stipendio e su alcune sue componenti un'indennità per compensare adeguatamente il rincaro. A tale scopo si tiene conto della situazione economica e finanziaria nonché della situazione sul mercato del lavoro.
Questa legge crea un automatismo fuori luogo, ha spiegato Hans-Ulrich Bigler (PLR/ZH) a nome della maggioranza commissionale. A suo avviso, occorre attenersi alla prassi usuale che studia eventuali compensazioni caso per caso.
"Questo automatismo vigente nella Confederazione non esiste nell'economia privata. Ed è difficile da comprendere per il contribuente", gli ha fatto eco Franz Grüter (UDC/LU). Anche il PLR ha sostenuto la mozione, che in commissione era stata accolta di misura, con 13 voti a 12.
Segnale negativo
"Si tratta del solito forcing di coloro che sostengono il meno Stato" ha replicato Daniel Brélaz (Verdi/VD). A suo avviso, si invia così un segnale negativo che potrebbe condurre alla demotivazione del personale.
Il parlamentare ecologista ha ricordato che già oggi v'è la possibilità di non compensare il rincaro, come è avvenuto in anni recenti. La compensazione non è quindi automatica.
"Perché prendersela con il personale federale", ha deplorato Samuel Bendahan (PS/VD). Anche taluni oratori di centro-destra si sono detti scettici. Secondo Heinz Siegenthaler (PBD/BE), questa mozione è superflua e costituirebbe un enorme autogol economico.
Il Consiglio federale era contrario alla mozione. L'ampiezza della compensazione viene decisa soltanto previa adozione del budget da parte delle Camere federali, ha spiegato il ministro delle finanze Ueli Maurer.
A suo avviso, con una modifica della legge non si cambia nulla nella prassi e non si trae alcun franco di risparmi. Nel diritto attuale, non v'è alcuna garanzia per gli impiegati della Confederazione, ha ricordato invano.