(ats) Il mercato dell'elettricità va completamente liberalizzato. È quanto chiede una mozione adottata oggi dal Consiglio nazionale per 130 voti a 44, nonostante l'opposizione della sinistra. Il dossier va agli Stati.

La mozione auspica una revisione della legge sull'approvvigionamento elettrico (LAEl) in modo da poter attuare la seconda fase di liberalizzazione del mercato dell'energia elettrica.

Per la maggioranza del plenum si tratta di aprire il mercato a tutti i consumatori e non solo alle grandi aziende come adesso. Attualmente, vi sono grandi differenze - per lo più inspiegabili - nell'ammontare delle fatture a seconda del luogo di domicilio.

Secondo il plenum, con l'apertura del mercato anche i piccoli consumatori, ossia le famiglie, beneficeranno di più trasparenza nelle tariffe e quindi di meno distorsioni.

Una minoranza di sinistra non crede invece che la liberalizzazione condurrà a una diminuzione sensibile dei prezzi. Roger Nordmann (PS/VD) si è lamentato della fiducia acritica dei sostenitori della mozione nelle virtù autoregolatrici del mercato. A suo avviso, la liberalizzazione del settore, come nel caso dell'assicurazione malattia di base, rischia di non tradursi nella tanto agognata diminuzione delle tariffe, a causa dei costi per la pubblicità e amministrativi che ciò comporterà per chi produce e vende corrente.

La consigliera federale Doris Leuthard si è detta pronta ad accogliere la mozione, mozione che se realizzata dovrebbe sfociare in una maggiore concorrenza tra gli offerenti di energia.

Il vantaggio rispetto alla situazione attuale, ha spiegato, è che in futuro anche i piccoli consumatori potranno scegliere liberamete da chi acquistare la corrente. La ministra dell'energia ha assicurato la sinistra che tale liberalizzazione non si farà senza adottare misure collaterali volte a regolare il mercato per evitare brutte sorprese.