(ats) Permangono delle divergenze tra le due Camere nell'esame delle modifiche del diritto parlamentare. Il Consiglio degli Stati ha ribadito oggi la sua posizione circa la trasparenza alle Camere federali. La Camera dei cantoni vuole che i parlamentari indichino se le attività elencate nel registro degli interessi siano onorifiche o se per esercitarle vengano retribuiti con oltre 12'000 franchi l'anno. Il dossier ritorna al Nazionale che lunedì aveva bocciato di misura tale richiesta.

I "senatori" hanno tacitamente mantenuto questa e altre divergenze con la Camera del popolo. Per esempio, a differenza del Nazionale, gli Stati vogliono che il Consiglio federale indichi esplicitamente le conseguenze di un progetto legislativo per gli Svizzeri all'estero.

Contrariamente alla Camera del popolo, con 31 voti contro 7, il Consiglio degli Stati si è inoltre rifiutato di introdurre un voto su una proposta di conciliazione. "Questa proposta è pericolosa poiché complica di molto le conciliazioni", ha sottolinea Robert Cramer (Verdi/GE) a nome della minoranza della commissione.

Lunedì il Nazionale si era allineato agli Stati in diversi punti. La Camera del popolo aveva in particolare approvato tacitamente una proposta che obbliga i parlamentare ad indicare nel registro pubblico degli interessi anche i propri datori di lavoro.

Il dossier ritorna quindi al Nazionale. Lunedì la Camera del popolo si era tra l'altro pronunciata a favore di un mantenimento dell'inizio dei dibattiti alle 08.00, bocciando una proposta di procrastinarlo di un quarto d'ora. La maggioranza aveva pure respinto una proposta dell'UDC di abrogare sic et simpliciter la seduta del venerdì dell'ultima settimana per motivi di risparmio.