(ats) In futuro le analisi genetiche saranno meglio regolamentate. Il Consiglio degli Stati si è allineato oggi al Nazionale, adottando con 33 voti senza opposizione e 7 astenuti la nuova legge concernente gli esami genetici sull'essere umano (LEGU).

La nuova legislazione mira a lottare contro gli abusi, mentre progressi considerevoli sono stati compiuti nella decodificazione del patrimonio genetico, ha spiegato Ruedi Noser (PLR/ZH) a nome della commissione. Oggi in pochi giorni possono essere realizzati test, a costi relativamente bassi, e proposti su Internet.

Si tratta pure di regolamentare l'ambito non medico che non rientra nel campo della legge in vigore che risale al 2007, ha aggiunto il consigliere federale Alain Berset. Lo scopo è di prevenire esami genetici abusivi.

Dodicesima settimana

La sinistra non è invece riuscita ad opporsi alle analisi genetiche prenatali prima della dodicesima settimana di gravidanza. Il Parlamento ha deciso che tali analisi, per diagnosticare eventuali "bambini salvatori" destinati a donare tessuti a fratelli malati, potranno essere realizzate nelle prime dodici settimane.

Al pari del Nazionale, anche gli Stati hanno deciso che gli assicuratori vita non devono accedere ai test genetici realizzati precedentemente dai loro assicurati. Taluni pazienti potrebbero infatti rinunciare a degli esami temendo che risultati sfavorevoli siano rivelati alle loro assicurazioni.

Discussioni animate

La discussione odierna si è incentrata in particolare sulla possibilità di fare pubblicità per test genetici non prettamente legati alla medicina. Un divieto generale non risolve completamente il problema poiché la pubblicità può provenire dall'estero, ha ricordato Noser.

A sua volta, il presidente della Confederazione ha sottolineato che si tratta di rispettare il principio di autorizzare la pubblicità per un'attività legale. Un divieto sarebbe sproporzionato e andrebbe a scapito della libertà economica. Lo stesso principio vige per i medicamenti. La pubblicità è vietata per quelli sottoposti a una ricetta medica e autorizzata per tutti gli altri farmaci in vendita libera.

Dal canto suo, Géraldine Savary (PS/VD) ha tentato di convincere il plenum di votare per un divieto generale sia in ambito medico che non medico. La socialista vodese auspicava di impedire ai cittadini di essere sedotti dalle molteplici offerte e di proteggere la popolazione più influenzabile dalla pubblicità come i bambini. Le sue argomentazioni hanno quasi fatto breccia.

Alla fine il Consiglio degli Stati si è espresso a favore di un divieto mirato all'ambito medico, per 22 voti a 21 e 1 astenuto. A far pendere la bilancia è stata la sua presidente Karin Keller-Sutter (PLR/SG).