(ats) Le legge sulla protezione dei dati va sì adeguata all'era di Internet, ma in due tappe. È il parere del Consiglio nazionale secondo cui, prima di affrontare il dossier, la normativa va resa eurocompatibile.

Dopo essere entrato nel merito della revisione proposta dal Consiglio federale, la Camera del popolo ha adottato tacitamente una mozione per suddividere l'oggetto.

Grazie a ciò, ha sottolineato Jean-Luc Addor (UDC/VS) a nome della commissione, è possibile esaminare dapprima il recepimento del diritto europeo che, in base agli accordi di Schengen, deve avvenire entro un termine definito (la Direttiva 2016/680 relativa alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali nell'ambito del diritto penale deve essere attuata entro il primo agosto).

In un secondo tempo, ha aggiunto Addor, si potrà quindi avviare senza fretta la revisione totale della legge sulla protezione dei dati. Anche Marco Romano (PPD/TI) ha sottolineato come occorra una soluzione pragmatica senza uno "swiss finish".

Una minoranza, guidata da Cédric Wermuth (PS/AG), credeva invece che modificare la legge due volte in poco tempo comporterebbe un onere supplementare per gli attori coinvolti e ne risulterebbe un'incertezza del diritto.

Il socialista argoviese ha pertanto chiesto in un primo tempo il rinvio della legge in commissione incaricandola di esaminare integralmente il progetto del Consiglio federale. Ma, poi, anche in ragione dei rapporti di forza in Parlamento, Wermuth ha ritirato la sua minoranza.

"Mister dati"

Le modifiche proposte dall'esecutivo contemplano, tra l'altro, il rafforzamento del ruolo dell'Incaricato federale alla protezione dei dati e un inasprimento delle disposizioni penali. Per quanto riguarda "Mister dati" il Nazionale ha precisato che esso non può, non soltanto ricevere, ma neppure sollecitare delle istruzioni né da parte di un'autorità né da parte di un terzo.

Il modello governativo, che si allinea alle norme UE e del Consiglio d'Europa, consente di proteggere meglio i dati dei cittadini. Questi traggono profitto da una maggiore trasparenza nel trattamento di dati da parte delle imprese e da migliori possibilità di controllo di essi.

L'Incaricato della protezione dei dati e della trasparenza potrà da parte sua avviare inchieste per la violazione delle disposizioni e decidere sanzioni fino a 250'000 franchi (contro gli attuali 10'000). Rispetto al progetto inviato in consultazione, l'importo delle multe è stato però ridotto da 500'000 a 250'000.

Verrà pure rafforzata l'indipendenza di "Mister dati": il suo mandato potrà essere rinnovato solo due volte, per un periodo massimo di 12 anni. Il Consiglio federale vuole evitare che il timore di non essere riconfermato lo freni nel suo operato.

Schengen

Il governo propone anche di rinunciare alla protezione dei dati delle aziende, come avviene nella maggior parte degli altri Paesi. Ciò dovrebbe facilitare lo scambio di informazioni con l'estero.

Il progetto stabilisce infine le condizioni che devono essere rispettate per la comunicazione di dati personali da uno Stato Schengen a uno Stato terzo e regola i compiti e le competenze delle autorità di controllo.

In particolare, la comunicazione dei dati verso Schengen dovrà essere sottoposta a regole più severe soltanto per la trasmissione di informazioni alle autorità penali svizzere. Le persone interessate potranno domandare a "Mister dati" in taluni casi di verificare che le informazioni che le concernono siano trattate in modo legale, o potranno persino chiedere un'inchiesta.

Il dossier va ora al Consiglio degli Stati, che dovrebbe affrontarlo già nella prossima sessione autunnale delle Camere federali. Stando alla consigliera federale Simonetta Sommaruga, Bruxelles dovrebbe mostrarsi comprensiva di fronte al ritardo accumulato durante l'esame di questo ponderoso progetto di legge.