Attualmente, prima di poter celebrare il rito nuziale, occorre eseguire una procedura preparatoria, durante la quale l'ufficio dello stato civile verifica tra le altre cose la domanda dei fidanzati, la loro identità e si assicura che non vi siano cause di nullità (presenza di eventuali impedimenti al matrimonio e sospetti di unione forzata o fittizia).
Al termine dell'esame, viene comunicato alla coppia se può sposarsi. Secondo il diritto vigente, il matrimonio può svolgersi al più presto dopo dieci giorni e al più tardi dopo tre mesi. Il Parlamento vuole ora modificare la prassi, in modo da eliminare un ostacolo burocratico e consentire ai diretti interessati una procedura il più rapida e snella possibile, ha spiegato Philippe Bauer (PLR/NE) a nome della commissione.
Il termine di dieci giorni era stato previsto inizialmente per permettere eventuali opposizioni nell'ambito della procedura di pubblicazione della promessa di matrimonio. Nel 2000, la procedura di pubblicazione è stata tuttavia soppressa ed è stata sostituita dalla procedura preparatoria, che comprende tutte le verifiche necessarie. Di conseguenza non esiste oggi più alcun motivo che giustifichi il mantenimento di un termine d'attesa, ha aggiunto il liberale-radicale neocastellano.
La mozione all'origine della modifica del CC prevedeva pure di abolire la presenza obbligatoria di due testimoni. Ma il Consiglio degli Stati aveva respinto tale richiesta. Il Nazionale oggi l'ha seguito su tutta la linea.