(ats) Il Consiglio federale continua a ritenere "appropriata e necessaria", "in particolare per motivi di politica di sicurezza", la modifica della prassi concernente le esportazioni di armi. È però disposto ad attendere l'esito del dibattito previsto la settimana prossima in Parlamento prima di decidere.

Tale precisazione, contenuta nella risposta a una mozione del PBD, è stata ribadita oggi anche nel quadro dell'Ora delle domande. Per l'esecutivo, la modifica proposta è un "lieve adeguamento", riferito a singoli casi.

Per quanto riguarda le discussioni previste mercoledì 26 settembre, tutti e sette i gruppi parlamentari hanno depositato delle interpellanze urgenti. Pure previsto l'esame della mozione del PBD che chiede di trasferire nella legge le disposizioni in materia attualmente sancite a livello d'ordinanza.

Le discussioni si preannunciano accese, soprattutto dopo che in giugno il Consiglio federale aveva annunciato la volontà di autorizzare, a determinate condizioni, le esportazioni di materiale bellico anche verso Stati implicati in un conflitto armato interno. La deroga non verrebbe applicata ai Paesi dove sono in corso guerre civili conclamate.

In agosto, la Commissione della politica di sicurezza del Consiglio nazionale (CPS-N) aveva dato il suo benestare all'allentamento dei criteri per la vendita di armi all'estero. La CPS-N aveva sottolineato che l'autorizzazione all'esportazione verrebbe concessa solo se non vi è motivo di supporre che il materiale bellico sarà impiegato nel conflitto.

La decisione del governo aveva sollevato un polverone e le critiche non erano giunte solo dallo schieramento rosso-verde. Un'alleanza - formata da esponenti di PS, Verdi, Verdi liberali, borghesi democratici, evangelici, ambienti ecclesiastici e organizzazioni umanitarie - ha del resto già annunciato l'intenzione di lanciare un'iniziativa popolare.