(ats) L'introduzione del referendum finanziario a livello federale rischierebbe di bloccare i processi decisionali politici. È quanto sostiene il Consiglio degli Stati che ha bocciato oggi per 34 voti a 7 una mozione in tal senso del "senatore" indipendente sciaffusano Thomas Minder.

Secondo la maggioranza, un referendum finanziario non farebbe che rallentare e ostacolare il processo democratico. Il freno all'indebitamento e alle spese si sono rivelati essere uno strumento adeguato al fine di garantire l'equilibrio di bilancio.

Secondo Filippo Lombardi (PPD/TI), non è un caso che il Parlamento abbia la responsabilità del budget. È solo in questo modo che si può tenere conto del federalismo e quindi dei diversi interessi in gioco. Il referendum finanziario facoltativo, secondo il "senatore" ticinese, ha un senso a livello cantonale e comunale, più omogenei.

Tuttavia, anche a livello cantonale il referendum può essere problematico, come ha dimostrato il voto negativo della popolazione ticinese alla realizzazione del collegamento A2-A13 sul piano di Magadino, un tema molto sentito nel Sopraceneri, specie nel Locarnese. In questo caso hanno votato contro quei distretti, come Mendrisio e Lugano, i cui interessi non erano direttamente toccati.

Lombardi ha fatto anche l'esempio dei canoni d'acqua ai Cantoni. In caso di referendum finanziario, la maggioranza della popolazione svizzera potrebbe votare per un diminuzione dei soldi dovuti ai Cantoni dai gestori delle centrali idroelettriche e ciò solo per risparmiare qualche decina di franchi l'anno sulla bolletta della corrente.

Per il consigliere agli Stati, strumenti come il freno alle spese e all'indebitamento obbligano già il Parlamento a una certa disciplina finanziaria. Questi strumenti si sono dimostrati efficaci, ha aggiunto, "tanto che forse oggi abbiamo le migliori finanze al mondo".