(ats) Le discriminazioni basate sull'orientamento sessuale devono essere espressamente vietate completando la norma penale contro il razzismo. Lo ha deciso oggi il Consiglio degli Stati adottando una revisione del Codice penale in materia.

Diversamente dalla Camera del popolo, però, i "senatori" non vogliono che venga punita anche la discriminazione basata sull'identità di genere. L'incarto ritorna quindi al Nazionale per l'eliminazione di questa divergenza.

La proposta di modifica del Codice penale si basa su un'iniziativa del consigliere nazionale Mathias Reynard (PS/VS). Come ha ricordato in aula a nome della commissione Anne Seydoux (PPD/JU), la legge attuale consente di punire esclusivamente la discriminazione di una persona per la sua razza, etnia o religione (art. 261bis), ma non per il fatto di essere vittima di esternazioni omofobe.

In settembre, il Nazionale aveva deciso di estendere la punibilità anche la discriminazione legata all'"identità di genere", criterio che permettere di estendere la protezione alle persone transgender e a quelle di sesso non determinato. Alcuni Paesi come l'Olanda conoscono questo tipo di norma, ha ricordato Seydoux al plenum.

Una minoranza (PLR e PPD), però, ha insistito affinché questo criterio non venisse considerato, dal momento che il concetto di "identità di genere" è troppo vago; non esiste a livello scientifico una definizione univoca. Lo stesso progetto Reynard, ha ricordato Beat Rieder (PPD/VS) in aula, non andava così lontano.

Tale argomentazione ha fatto breccia e il plenum ha quindi stralciato per 23 voti a 18 questo aspetto dalla legge, così come chiedeva il Consiglio federale.