Per far fronte alle lacune di simili beni, Berna richiede lo stoccaggio di alcuni prodotti nei settori alimentare, energetico e farmaceutico. Queste riserve non appartengono alla Confederazione, ma sono finanziate e custodite da privati.
Le garanzie federali vanno alle banche per i prestiti che concedono alle imprese. La legge in vigore richiede un credito da parte della Confederazione. Il credito include sia le garanzie già concesse che gli impegni futuri. Simili garanzie non pongono problema di sorta giacché il contro valore può essere attivato mediante la vendita delle merci immagazzinate.
Il governo stima che entro la fine del 2024, il fabbisogno di credito ammonterà a 400 milioni per i prodotti petroliferi, 100 milioni per il cibo, 20 milioni per gli agenti terapeutici, 7 milioni per i fertilizzanti, 3 milioni per i prodotti industriali e 10 milioni per i nuovi prodotti in magazzino.
Il Consiglio federale prevede una crescita in tutti i settori interessati, in particolare per i prodotti petroliferi (aumento delle scorte di 40 milioni). Non si aspetta in ogni caso di esaurire completamente i 540 milioni.
Alla fine del 2017, l'importo totale dei prestiti garantiti ammontava a 290 milioni, di cui 273 milioni per i prodotti petroliferi. L'importo massimo attualmente garantito dalla Confederazione per un prestito è di 57 milioni. Negli ultimi dieci anni, la somma delle garanzie federali ha oscillato tra i 290 milioni e i 480 milioni.
Negli ultimi 15 anni, la Confederazione ha subito perdite solo una volta (70 mila franchi) a causa di una riserva obbligatoria. In altri due casi ha dovuto pagare per onorare le sue garanzie, ma secondo il Consiglio federale la casse pubbliche sono riuscite a cavarsela a buon mercato.
Per il governo, lo stoccaggio è un sistema economico e semplice da realizzare. È possibile, in qualsiasi momento e a breve termine, liberare le riserve minime a beneficio dei consumatori, come accaduto l'anno scorso per rifornire il mercato di antibiotici.