I giudizi del Forum globale sono utilizzati dal G20, dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) e dall'UE per valutare se uno Stato deve essere identificato come non cooperativo quanto alla trasparenza fiscale. In tal caso vengono allestite apposite liste nere. Da qui la necessità di legiferare per evitare sanzioni internazionali.
L'Unione democratica di centro, per bocca del suo capogruppo Thomas Aeschi (UDC/ZG), avrebbe voluto non entrare in materia sul progetto. "Tre anni fa il governo ci ha assicurato che le azioni al portatore sarebbero state mantenute, oggi si vuole abolirle", ha sottolineato il democentrista. Gli altri partiti hanno però tutti sostenuto l'entrata nel merito. Anche il consigliere federale Ueli Maurer ha insistito sulla necessità di conformarsi agli standard internazionali al fine di garantire una certezza giuridica vitale per l'attrattiva della piazza economica e finanziaria elvetica.
Attuali azioni al portatore
Secondo la maggioranza del plenum, la soluzione proposta per le azioni al portatore, chiamata "grandfathering", unitamente alle disposizioni penali proposte concernenti l'obbligo di notifica e la tenuta di un registro degli aventi economicamente diritto, costituiscono una "attuazione coerente" delle raccomandazioni del Forum globale.
Tuttavia una maggioranza di destra - composta da UDC, PLR e PBD - è riuscita a imporre il mantenimento delle azioni al portatore esistenti secondo le disposizioni vigenti. La soluzione auspicata dal governo, ossia la conversione delle azioni al portatore in titoli nominativi, causerebbe costi eccessivi per le società interessate, hanno sottolineato vari oratori borghesi.
"Il diritto in materia è stato reso più severo di recente. Non occorre quindi esporre persone che non hanno commesso alcun errore alla perdita completa del diritto di proprietà", ha sottolineato Christian Lüscher (PLR/GE) a nome della maggioranza commissionale. Dal canto suo, Ada Marra (PS/VD) gli ha replicato che "non occorre giocare col fuoco e attendere che il Consiglio degli Stati corregga una decisione che non consentirà di soddisfare le esigenze del Forum globale. Anche Ueli Maurer ha avvertito invano che "la Svizzera sarà ben presto messa sotto pressione".
Dati rubati
Oggi la Camera del popolo non ha inoltre voluto adeguare la disposizione sulle domande di assistenza amministrativa che si fondano su dati rubati, come voleva il Consiglio federale. Per la maggioranza, con l'attuale giurisprudenza del Tribunale federale la Svizzera soddisfa già le direttive del Forum globale.
Attualmente la legge vieta l'assistenza amministrativa se la richiesta "viola il principio di buona fede, in particolare quando si fonda su informazioni ottenute tramite atti punibili secondo il diritto svizzero".