(ats) Rimarranno invariate le franchigie delle casse malattia. Il Consiglio nazionale - con 101 contro 63 e 28 astenuti - ha infatti bocciato, nelle tradizionali votazioni finali, la revisione della LAMal che prevedeva un loro aumento. Alla "naturale" opposizione della sinistra, oggi si è aggiunta anche quella della maggioranza del gruppo UDC, mentre buona parte del gruppo PPD si è astenuta.

Il dietrofront democentrista era già stato annunciato nei giorni scorsi sui media dal capogruppo Thomas Aeschi (ZG). Quest'ultimo oggi ha ribadito che occorre risolvere il problema dell'esplosione dei costi nel suo complesso. "Non si può incolpare soltanto la classe media per l'aumento dei costi sanitari, ma anche l'industria farmaceutica, le casse malattia, i medici, gli ospedali e i cantoni devono dare il loro contributo", ha sostenuto Aeschi.

Tale argomento è stato ripreso anche dal gruppo popolare-democratico. "L'aumento delle franchigie colpirà soltanto i pazienti, non v'è una simmetria dei sacrifici fra tutti gli attori", ha sottolineato Leo Müller (PPD/LU). Per questo la maggioranza del gruppo si è astenuta al momento del voto.

Elezioni federali e timore di un referendum

Tali dietrofront sono stati fustigati da Beat Wälti (PLR/ZH) e Lorenz Hess (PBD/BE). Quest'ultimo ha deplorato una "decisione grottesca", presa soltanto perché si è in vista delle elezioni federali e per il timore di un referendum da parte della sinistra. "Bella coerenza", ha aggiunto il borghese democratico.

Anche i capigruppo del PS, Roger Nordmann (VD), e dei Verdi, Balthasar Glättli (ZH), hanno criticato le "piroette" democentriste. L'UDC cerca anzitutto di evitare un dibattito sull'aumento dei premi prima delle elezioni per poi riprendere le misure in questione più tardi in un pacchetto globale, ha detto uno stizzito Nordmann.

Alla fine soltanto PLR, PBD e Verdi liberali hanno ribadito la loro decisione presa pochi giorni or sono. UDC e PPD non hanno neppure tenuto conto del fatto che i "senatori" in mattinata avevano approvato il progetto in votazione finale, con 27 voti contro 14 e 3 astenuti.

Aumento di 50 franchi

La modifica della Legge federale sull'assicurazione malattie (LAMal) prevedeva che, quando il rapporto tra la franchigia di base e i costi lordi medi per assicurato avesse superato quota 1:13, sarebbe scattato un aumento di 50 franchi di tutte le franchigie, anche quelle opzionali. La franchigia minima sarebbe quindi immediatamente passata da 300 a 350 franchi.

Durante i dibattiti che hanno portato alla revisione della LAMal ora bocciata, la maggioranza borghese aveva ritenuto che chiedendo agli assicurati una maggiore partecipazione ai costi si sarebbe potuto favorire un comportamento più attento, impedendo visite mediche e ospedaliere superflue. La misura avrebbe inoltre spinto più persone a cambiare cassa e modificare la propria franchigia.

Di parere opposto la sinistra, secondo cui l'automatismo propugnato dalla maggioranza non era adeguato per controllare i costi sanitari. Per lo schieramento rosso-verde il provvedimento era inoltre socialmente ingiusto e inaccettabile perché avrebbe colpito i poveri e i malati cronici e gli anziani causando una medicina a due velocità. Il PS aveva peraltro già annunciato il lancio di un referendum contro la riforma.