Diverse voci si sono levate in aula affinché si reprimano finalmente con maggior durezza certe intemperanze, vedi il recente striscione sessista esposto dai tifosi dello Sciaffusa, che danneggiano lo sport. Il dossier è pronto per le votazioni finali.
La ratifica della convenzione non implica nessuna modifica di legge. Le organizzazioni sportive, quelle di tifosi e le compagnie di trasporto non dovranno accollarsi compiti supplementari.
La Convenzione si basa su tre pilastri: sicurezza fisica, pubblica e servizi, è stato ricordato in apertura di dibattito. Essa fissa le condizioni quadro affinché le autorità competenti dei Cantoni e delle città, nonché gli enti privati, tra cui le società sportive o quelle di trasporto pubblico, possano prevenire in maniera più efficace la violenza in occasione di manifestazioni sportive.
A tal fine, si prevede un approccio integrato: sarà dato maggior peso alla cooperazione tra le autorità e gli enti privati a livello locale, nazionale e internazionale, ha dichiarato a nome della commissione Josef Dittli (PLR/UR).
Già oggi in Svizzera le partite di calcio e di hockey su ghiaccio maschile delle leghe superiori sono soggette all'obbligo di autorizzazione. Quelle tra club delle categorie inferiori o di altre discipline sportive possono anch'esse venire dichiarate soggette all'obbligo di approvazione e il loro svolgimento può essere subordinato a determinate condizioni. All'interno dello stadio la responsabilità è assunta in primo luogo dagli enti privati, mentre all'esterno incombe alle autorità.
Favorevole alla convenzione, Joachim Eder (PLR/ZG) ha sottolineato l'importanza di colpire duro i teppisti da stadio, insomma di fare in modo che dalle parole si passi ai fatti. In aula è stato ricordato quanto accaduto di recente a Zurigo con i fan del Grasshoppers, che ne hanno combinate di tutti i colori.
Thomas Minder (indipendente/SH) ha contestato l'utilità della convenzione, come già avevano fatto esponenti UDC durante il dibattito al Nazionale, sostenendo che essa non sfocerà in una migliore repressione della violenza. Minder ha citato il recente caso dei tifosi dello Sciaffusa e dello striscione sessista esposto durante la partita di campionato contro il Winterthur, un episodio riprovevole che non deve ripetersi.
Nel suo intervento, la consigliera federale Karin Keller-Sutter ha affermato che non è vero che in Svizzera non si fa abbastanza contro il teppismo sportivo. Esistono tutta una serie di disposizioni, come il divieto di entrata allo stadio o l'obbligo di presentarsi a un posto di polizia che si sono dimostrate efficaci, nonostante gli ultimi episodi di violenza.
In ogni caso, a prescindere da questi episodi, non vi sono motivi per non aderire alla nuova convenzione, ha sostenuto la ministra di giustizia e polizia, tanto più che essa prevede il divieto di lasciare il Paese per i soggetti pericolosi. Tale veto esiste già in Svizzera ed è un bene che anche gli altri Paesi lo applichino. "È nel nostro interesse", ha sottolineato Keller-Sutter.