(ats) Le donne alle dipendenze della Confederazione o di imprese ad essa collegate dovrebbero poter lavorare, se lo desiderano, fino all'età di 65 anni. Con 29 voti a 5, il Consiglio degli Stati ha accettato oggi una mozione in tal senso del "senatore" Martin Schmid (PLR/GR). Il Nazionale deve ancora pronunciarsi.

Le collaboratrici interessate sono attualmente costrette a lasciare il loro posto di lavoro a 64 anni, età canonica di pensionamento delle donne, mentre a volte vorrebbero continuare a lavorare per almeno un altro anno, ha spiegato Schmid. Spesso viene loro negato il prolungamento dell'impiego, e ciò benché la Svizzera soffra di una carenza di manodopera qualificata.

Il disegno di legge richiesto dal governo dovrebbe inoltre prevedere che tutti i dipendenti possano scegliere di continuare a lavorare fino all'età di 67 anni, se lo desiderano e se ciò è nell'interesse del datore di lavoro. Tale regolamentazione terrebbe conto della situazione personale dei lavoratori e renderebbe il sistema attuale, troppo rigido, più flessibile.

Il Consiglio federale si è opposto alla mozione ritenuta superflua dal ministro delle finanze Ueli Maurer. L'ordinanza sul personale federale consente già oggi ai collaboratori dell'amministrazione di continuare a lavorare fino al compimento dei 70 anni, ha sostenuto.

Secondo Maurer, è soprattutto necessario cambiare atteggiamento in modo che i quadri siano più aperti e migliorare le condizioni amministrative affinché non sia più necessario, ad esempio, stabilire un nuovo contratto per un dipendente che ha raggiunto l'età pensionabile. Sforzi in questa direzione sono già in corso, ha aggiunto, invano, il consigliere federale.